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mercoledì 30 aprile 2014
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martedì 29 aprile 2014
Chirurgia intima femminile, Aicpe: «Importante superare tabù e pregiudizi, ma sbagliato operarsi solo per seguire una moda»
Chirurgia intima femminile, Aicpe:
Ginecologi, chirurghi plastici, dermatologi, urologi, medici estetici, proctologi e medici legali si sono riuniti a Padova per un corso su novità e tecniche in uno dei settori in più forte crescita in questi anni
Meno tabù, la moda dell'epilazione totale e il prolungamento della vita sessuale ben oltre la menopausa spingono un numero crescente di donne a rivolgersi a un medico per risolvere problematiche estetiche e funzionali nella zona intima.
Pur restando un fenomeno di nicchia, gli interventi di chirurgia plastica femminile sono in fortissima crescita:in Italia, dal 2011 al 2012, si è registrato un aumento del 24% (dati Aicpe), mentre negli Usa c'è stato un balzo in avanti del 50% (dati Asaps).
Proprio a novità e aggiornamenti sul trattamento di disfunzioni, segni d'invecchiamento e inestetismi della regione corporea più intima della donna è stato dedicato il corso "Medicina e Chirurgia Intima Femminile - salute e ringiovanimento, funzione ed estetica", che si è svolto a Clinica Cittàgiardino di Padova, con il patrocinio di Aicpe (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica) e sotto la direzione di Luca Siliprandi, vicepresidente di Aicpe. All'evento di Padova hanno partecipato gli specialisti interessati all'argomento: ginecologi, chirurghi plastici, dermatologi, urologi, medici estetici, proctologi e medici legali.
«Riceviamo sempre più richieste e di diverso tipo: pur trattandosi di interventi delicati sia dal punto di vista tecnico, sia sotto il profilo etico, è un fenomeno che comunque non può essere ignorato - afferma il vicepresidente di Aicpe, Luca Siliprandi -. Le più giovani richiedono la labioplastica, ossia il rimodellamento delle piccole labbra troppo sviluppate, evidenti per via della moda dell'epilazione pubica e perineale; le meno giovani richiedono non solo il sollievo dalla secchezza e dal prurito dovuti alla carenza estrogenica, ma anche la riacquisizione di un maggior tono vaginale per poter vivere con soddisfazione una prolungata vita sessuale che oggi prosegue anche per 30 anni dopo la menopausa. Crescenti sono anche le richieste di ricostruzione dell'imene da parte di giovani donne mussulmane, per simulare una nuova verginità, necessaria a evitare non solo il rifiuto da parte del promesso marito, ma anche il definitivo allontanamento da parte della famiglia d'origine».
I "canoni estetici" relativi alla zona genitale femminile sono recenti e si fondano su basi piuttosto incerte: «Di solito si richiedono piccole labbra simmetriche e che non fuoriescano eccessivamente dalle grandi labbra - spiega Siliprandi -. È bene ricordare che l'esigenza di rimodellamento di questa zona, che nasce dalla moda dell'epilazione totale, non ha nessuna base scientifica: le piccole labbra corte non sono affatto un segnale di giovinezza, ma semplicemente una caratteristica individuale.
Probabilmente il modello di riferimento in questo campo sono le attrici dei film a luci rosse, che hanno piccole labbra corte per evitare i danni conseguenti ad attriti prolungati. Pur trattandosi di un intervento eseguibile ambulatorialmente in anestesia locale, va progettato ed eseguito con la massima cura ed attenzione, evitando asportazioni eccessive per non incorrere in problemi futuri: con la menopausa, la diminuzione estrogenica induce l'ipotrofia dei tessuti vulvari che potrebbe ridurre ulteriormente le dimensioni di piccole labbra eccessivamente accorciate, venendo così a mancare la fisiologica protezione della vagina».
Problematiche etiche, deontologiche e legali, oltre agli aspetti psicologi e sociali, devono essere considerati negli interventi nella zona genitale: «Per il perseguimento del benessere della paziente, è fondamentale valutare il reale spessore del suo disagio. Lo specialista non deve ridurre all'aspetto meramente "tecnico" il suo operare, ma anche almeno tentare di chiarire le motivazioni da cui è spinta la richiesta e quali siano le aspettative della paziente» aggiunge Siliprandi.
Il confronto e la collaborazione tra specialisti di diverse discipline, come al corso di Padova, deve proseguire non solo per affinare le tecniche, ma anche «per sviluppare la sensibilità e la diffusione di una cultura, non condizionata dai dettami della moda corrente, che insieme al benessere fisico sostengano il benessere psicologico della donna, accompagnandola nell'invecchiamento e superando tabù e pregiudizi che ancora oggi limitano la sua serenità».
Le novità. Esistono trattamenti mini-invasivi per risolvere problemi di tipo funzionale. Le incontinenze urinarie femminili, che comportano forte imbarazzo e disagio oltre a una spesa economica di milioni di euro l'anno per l'acquisto di assorbenti, possono essere risolte in molti casi con interventi mini-invasivi eseguibili a regime ambulatoriale o di "day surgery". Una novità è rappresentata dall'utilizzo di una banderella ("Miniarc") inseribile in pochi minuti per la sospensione dell'uretra.
Per ridare benessere alla sessualità femminile ci sono trattamenti ambulatoriali e indolori con laser Erbium-Yag o CO2 frazionato che rigenerano la mucosa vaginale risolvendo la secchezza che limita o impedisce i rapporti sessuali.
L'involuzione e la secchezza della vulva (in particolare il lichen sclero-atrofico che colpisce migliaia di donne) possono essere curate, con eliminazione del prurito, mediante trattamenti ambulatoriali con PRP (Plasma Ricco di Piastrine): un semplice prelievo ematico consente di ottenere, nel corso della seduta, un liquido contenente alte concentrazioni di piastrine autologhe (della stessa paziente) che viene inoculato con micro-aghi nello spessore della mucosa favorendo, nella parte trattata, l'aumento della vascolarizzazione ed una stimolata produzione di fibre collagene ed elastiche da parte dei fibroblasti.
L'utilizzo dell'acido jaluronico (ne esiste oggi in Italia solo un tipo autorizzato per l'utilizzo nella regione vulvare) è utile per aumentare, anche se temporaneamente, la tumescenza delle grandi e delle piccole labbra e può contribuire al controllo della secchezza e del prurito della regione, non solo in virtù del suo potere idratante, ma anche grazie alla sua azione di stimolo alla produzione di nuove fibre collagene ed elastiche.
AICPE. L'Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (www.aicpe.org), la prima in Italia dedicata esclusivamente all'aspetto estetico della chirurgia, è nata nel settembre 2011 con l'obiettivo di dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. Ad Aicpe al momento hanno aderito oltre 200 chirurghi in tutta Italia, tra cui si annoverano professionisti di fama e docenti universitari.
Membri di Aicpe possono essere esclusivamente professionisti con una specifica e comprovata formazione in chirurgia plastica estetica, che aderiscono a un codice etico e di comportamento da seguire fuori e dentro la sala operatoria. L'associazione ha elaborato e pubblicato le prime linee guida del settore, consultabili sul sito internet, in cui si descrive il modus operandi dei principali interventi.
Scopo di Aicpe è tutelare pazienti e chirurghi plastici in diversi modi: disciplinando l'attività professionale sia per l'attività sanitaria sia per le norme etiche di comportamento; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica. Tra gli obiettivi c'è anche l'istituzione di un albo professionale nazionale della categoria.
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Meno tabù, la moda dell'epilazione totale e il prolungamento della vita sessuale ben oltre la menopausa spingono un numero crescente di donne a rivolgersi a un medico per risolvere problematiche estetiche e funzionali nella zona intima. Pur restando un fenomeno di nicchia, gli interventi di chirurgia plastica femminile sono in fortissima crescita:in Italia, dal 2011 al 2012, si è registrato un aumento del 24% (dati Aicpe), mentre negli Usa c'è stato un balzo in avanti del 50% (dati Asaps).
Proprio a novità e aggiornamenti sul trattamento di disfunzioni, segni d'invecchiamento e inestetismi della regione corporea più intima della donna è stato dedicato il corso "Medicina e Chirurgia Intima Femminile - salute e ringiovanimento, funzione ed estetica", che si è svolto a Clinica Cittàgiardino di Padova, con il patrocinio di Aicpe (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica) e sotto la direzione di Luca Siliprandi, vicepresidente di Aicpe. All'evento di Padova hanno partecipato gli specialisti interessati all'argomento: ginecologi, chirurghi plastici, dermatologi, urologi, medici estetici, proctologi e medici legali.
«Riceviamo sempre più richieste e di diverso tipo: pur trattandosi di interventi delicati sia dal punto di vista tecnico, sia sotto il profilo etico, è un fenomeno che comunque non può essere ignorato - afferma il vicepresidente di Aicpe, Luca Siliprandi -. Le più giovani richiedono la labioplastica, ossia il rimodellamento delle piccole labbra troppo sviluppate, evidenti per via della moda dell'epilazione pubica e perineale; le meno giovani richiedono non solo il sollievo dalla secchezza e dal prurito dovuti alla carenza estrogenica, ma anche la riacquisizione di un maggior tono vaginale per poter vivere con soddisfazione una prolungata vita sessuale che oggi prosegue anche per 30 anni dopo la menopausa. Crescenti sono anche le richieste di ricostruzione dell'imene da parte di giovani donne mussulmane, per simulare una nuova verginità, necessaria a evitare non solo il rifiuto da parte del promesso marito, ma anche il definitivo allontanamento da parte della famiglia d'origine».
I "canoni estetici" relativi alla zona genitale femminile sono recenti e si fondano su basi piuttosto incerte: «Di solito si richiedono piccole labbra simmetriche e che non fuoriescano eccessivamente dalle grandi labbra - spiega Siliprandi -. È bene ricordare che l'esigenza di rimodellamento di questa zona, che nasce dalla moda dell'epilazione totale, non ha nessuna base scientifica: le piccole labbra corte non sono affatto un segnale di giovinezza, ma semplicemente una caratteristica individuale. Probabilmente il modello di riferimento in questo campo sono le attrici dei film a luci rosse, che hanno piccole labbra corte per evitare i danni conseguenti ad attriti prolungati.
Pur trattandosi di un intervento eseguibile ambulatorialmente in anestesia locale, va progettato ed eseguito con la massima cura ed attenzione, evitando asportazioni eccessive per non incorrere in problemi futuri: con la menopausa, la diminuzione estrogenica induce l'ipotrofia dei tessuti vulvari che potrebbe ridurre ulteriormente le dimensioni di piccole labbra eccessivamente accorciate, venendo così a mancare la fisiologica protezione della vagina».
Problematiche etiche, deontologiche e legali, oltre agli aspetti psicologi e sociali, devono essere considerati negli interventi nella zona genitale: «Per il perseguimento del benessere della paziente, è fondamentale valutare il reale spessore del suo disagio. Lo specialista non deve ridurre all'aspetto meramente "tecnico" il suo operare, ma anche almeno tentare di chiarire le motivazioni da cui è spinta la richiesta e quali siano le aspettative della paziente» aggiunge Siliprandi.
Il confronto e la collaborazione tra specialisti di diverse discipline, come al corso di Padova, deve proseguire non solo per affinare le tecniche, ma anche «per sviluppare la sensibilità e la diffusione di una cultura, non condizionata dai dettami della moda corrente, che insieme al benessere fisico sostengano il benessere psicologico della donna, accompagnandola nell'invecchiamento e superando tabù e pregiudizi che ancora oggi limitano la sua serenità».
Le novità. Esistono trattamenti mini-invasivi per risolvere problemi di tipo funzionale. Le incontinenze urinarie femminili, che comportano forte imbarazzo e disagio oltre a una spesa economica di milioni di euro l'anno per l'acquisto di assorbenti, possono essere risolte in molti casi con interventi mini-invasivi eseguibili a regime ambulatoriale o di "day surgery".
Una novità è rappresentata dall'utilizzo di una banderella ("Miniarc") inseribile in pochi minuti per la sospensione dell'uretra. Per ridare benessere alla sessualità femminile ci sono trattamenti ambulatoriali e indolori con laser Erbium-Yag o CO2 frazionato che rigenerano la mucosa vaginale risolvendo la secchezza che limita o impedisce i rapporti sessuali. L'involuzione e la secchezza della vulva (in particolare il lichen sclero-atrofico che colpisce migliaia di donne) possono essere curate, con eliminazione del prurito, mediante trattamenti ambulatoriali con PRP (Plasma Ricco di Piastrine): un semplice prelievo ematico consente di ottenere, nel corso della seduta, un liquido contenente alte concentrazioni di piastrine autologhe (della stessa paziente) che viene inoculato con micro-aghi nello spessore della mucosa favorendo, nella parte trattata, l'aumento della vascolarizzazione ed una stimolata produzione di fibre collagene ed elastiche da parte dei fibroblasti.
L'utilizzo dell'acido jaluronico (ne esiste oggi in Italia solo un tipo autorizzato per l'utilizzo nella regione vulvare) è utile per aumentare, anche se temporaneamente, la tumescenza delle grandi e delle piccole labbra e può contribuire al controllo della secchezza e del prurito della regione, non solo in virtù del suo potere idratante, ma anche grazie alla sua azione di stimolo alla produzione di nuove fibre collagene ed elastiche.
AICPE. L'Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (www.aicpe.org), la prima in Italia dedicata esclusivamente all'aspetto estetico della chirurgia, è nata nel settembre 2011 con l'obiettivo di dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. Ad Aicpe al momento hanno aderito oltre 200 chirurghi in tutta Italia, tra cui si annoverano professionisti di fama e docenti universitari.
Membri di Aicpe possono essere esclusivamente professionisti con una specifica e comprovata formazione in chirurgia plastica estetica, che aderiscono a un codice etico e di comportamento da seguire fuori e dentro la sala operatoria. L'associazione ha elaborato e pubblicato le prime linee guida del settore, consultabili sul sito internet, in cui si descrive il modus operandi dei principali interventi.
Scopo di Aicpe è tutelare pazienti e chirurghi plastici in diversi modi: disciplinando l'attività professionale sia per l'attività sanitaria sia per le norme etiche di comportamento; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica. Tra gli obiettivi c'è anche l'istituzione di un albo professionale nazionale della categoria.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
Posticipare la maternità senza rinunciare alla fertilità. Aumentano le possibilità di gravidanza con la crioconservazione degli ovociti
Aumentano le possibilità di gravidanza con la crioconservazione degli ovociti
La mancanza di una sicurezza economica, la prospettiva di carriera ma anche il non aver ancora trovato l'anima gemella sono tra le motivazioni che spingono a preservare la fertilità.
«A spingere verso questa scelta non sono però solamente motivazioni di carattere sociale. La crioconservazione viene indicata in casi di terapie che possono compromettere la fertilità, come quelle antitumorali oppure quando la donna sa di avviarsi prima del tempo a un esaurimento ovarico, pensiamo per esempio ai casi di menopausa precoce», sottolinea Michael Jemec specialista in medicina della riproduzione e fondatore del centro per la fertilità ProCrea di Lugano.
Preservare la fertilità è quindi una opportunità che viene offerta alle donne che vogliono mettere al sicuro la possibilità di avere dei figli un domani. «Le tecniche di congelamento e scongelamento degli ovociti hanno raggiunto un'elevata affidabilità e rappresentano oggi una valida opportunità per le donne che vogliono preservare la loro fertilità», afferma Jemec.
«Un'opportunità significativa non solamente in vista di terapie che possono mettere a rischio le funzioni riproduttive, ma anche per coloro che scelgono di posticipare il momento di diventare madri».
La tecnica oggi assodata è quella della vitrificazione.
«Il congelamento ultra rapido degli ovociti garantisce alti livelli di sopravvivenza e di fecondazione, quindi ottime possibilità di successo», assicura lo specialista di ProCrea.
«Il trattamento prevede una stimolazione ormonale per produrre un maggior numero di ovociti. La paziente deve produrre almeno 10 ovociti, la raccolta deve essere fatta preferibilmente prima dei 35 anni. Più è giovane la paziente più ci sono possibilità di recupero. Il prelievo avviene poi con una lieve sedazione ed è assolutamente indolore.
Quindi gli ovociti, il cui numero dipende da diversi fattori quali l'età della donna, eventuali patologie concomitanti e gli interventi pregressi sull'apparato genitale, vengono crioconservati in azoto liquido in piccole provette. Qui possono rimanere, secondo la legge elvetica, fino a cinque anni». Per iniziare una gravidanza gli ovociti ottenuti dopo scongelamento vengono inseminati con la tecnica di microinseminazione degli spermatozoi (ICSI). Avvenuta la fecondazione gli embrioni vengono trasferiti nell'utero della donna dopo circa 2-3 giorni.
L'innalzamento dell'età del primo figlio è un dato di fatto. In Italia l'età media al parto si è alzata dai 29,1 anni del 1991 ai 31,4 del 2012 (dati Istat). Una donna su tre partorisce dopo i 35 anni con quote in crescita per le donne che diventano mamma dopo i 40 anni. «Ma con il passare del tempo, aumentano anche i problemi nel contrarre una gravidanza», mette in guardia Jemec.
«Dopo i 35 anni infatti, la fertilità di una donna inizia rapidamente a diminuire; così, avere un bambino si trasforma sempre più spesso in una sfida contro il tempo. La crioconservazione degli ovociti permette di "fermare" il tempo offrendo alla donna la possibilità di avere a disposizione una riserva ovocitaria per affrontare la gravidanza in un secondo momento».
ProCrea - Con una lunga esperienza nel campo della medicina della riproduzione, ProCrea è il maggiore centro di fertilità della Svizzera ed è un polo di riferimento internazionale. ProCrea è composto da un'équipe professionale di medici, biologi e genetisti specialisti in fisiopatologia della riproduzione. Unico centro svizzero ad avere al suo interno un laboratorio accreditato di genetica molecolare (www.procrealab.ch), ProCrea esegue analisi genetiche per lo studio dell'infertilità con tecniche d'avanguardia.
La sede principale è a Lugano in via Clemente Maraini, 8. www.procrea.ch.
lunedì 28 aprile 2014
Donne in Campo-Cia partecipa alla "Carovana dei semi" di Vandana Shiva
Tutti giù per terra! Milano, sabato 10 maggio 2014
Toc Toc ... chi è? | Laboratorio per bambini, 4 maggio 2014 - Hortus Urbis
- Da anni 4 in su, per i più piccoli è consigliata la presenza di un genitore
- Quota di partecipazione: 8 euro a bambino (6 euro con la Carta amici del Parco)
- Turno n. 1 alle 11.00 – Turno n. 2 alle 12.00
- Registrazione: 15 minuti prima di ogni turno
- Durata: circa 50 minuti
- Prenotazioni entro le ore 18 di venerdì 2 maggio hortus.zappataromana@gmail.com, o in loco fino ad esaurimento dei posti
- In caso di pioggia il laboratorio sarà spostato ad altra data
Aiutaci, sostieni l'Hortus Urbis:
Giocare a bingo con gli amici
Piante carnivore in casa contro gli insetti. Un nuovo (utile) trend
Mancano poco all'arrivo dell'estate ed i primi caldi e con essi i più fastidiosi coinquilini delle nostre case, balconi e giardinetti: insetti pronti a disturbare le nostre notti e le serate all'aperto.
Le soluzioni ormai sono tante, dalle classiche piastrine e citronelle o alle più tecnologiche luci, infrasuoni e perfino delle app per smartphone.
Ma a volte nonostante insetticidi e strumenti di vario tipo sembra che nulla riesca ad allontanarle. C'è chi però ha trovato un rimedio assolutamente naturale contro le zanzare, piazzando in casa qualche esemplare di pianta carnivora che non solo divora le piante ma offre una buona alternativa alle solite piante da interni. E pare, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", stia diventando una vera e propria tendenza, non solo per botanici esperti.
Intanto, è da sfatare il falso mito che le piante carnivore siano pericolose per le persone e gli altri animali non più grandi di un'unghia.
Questi vegetali, sono generalmente abituate a vivere in zone come paludi e acquitrini, in cui non è semplice trarre sostanze nutritive, catturano grazie a diversi metodi i piccoli insetti e alcuni invertebrati, digerendoli mediante liquidi leggermente acidi. Diffuse in tutto il mondo, le piante carnivore hanno dovuto sopperire alla scarsità di cibo del loro habitat. Così si sono adattate, sviluppando una serie di trappole ingegnose e spettacolari per catturare gli insetti di cui nutrirsi. Esistono diverse tipologie di trappole per catturare le prede utili al loro nutrimento. Le più famose sono sicuramente quelle con le foglie con trappola a tagliola, che attraggono l'insetto grazie a profumi che lo attirano e una volta posato all'interno, rimane intrappolato sulla superficie collosa delle foglie che poi si richiudono e secernono un liquido che collaborerà alla digestione. E' il caso della Dionaea.
Altre sfruttano una trappola a contenitore, pieno di liquido digestivo come la sarracenia, lanepenthes, la darlingtonia e la cephalotus. Con lo stesso processo la preda viene attratta e imprigionata all'interno del recipiente contenitivo e poi ingerita dopo essere passata attraverso i condotti. Alcune sfruttano unicamente delle foglie appiccicose che ancorano gli sfortunati passanti, inglobandoli direttamente da esse. In questo caso possiamo cercare lapinguicola o la drosera. Infine, le trappole subacquee che tramite dei bocchettoni aspirano tutto quel che passa vicino.
Per curare queste piante basta mantenere il terreno sempre umido e utilizzare preferibilmente acqua piovana distillata piuttosto che quella del rubinetto, troppo ricca di cloro. Non bisogna assolutamente fertilizzarle, ma si dovrebbe invece rinvasarle in primavera ogni circa 2 anni, utilizzando torba bionda acida di sfagno invece che il solito terriccio. Inoltre, necessitano di una buona luminosità e potete anche posizionarle sui balconi.
Tra i rimedi vegetali più recenti è da segnalare anche un'altro tipo di pianta capace di tenere lontane le zanzare: la catambra. È una pianta della famiglia delle bignogniacee protetta addirittura da brevetto europeo (n. 2006/0119), originaria dell'America Boreale che grazie al catalpolo, una sostanza naturale appartenente alla famiglia dei glicosidi fenetil-alcoolici che contiene in elevata quantità, esercita una potente azione repellente contro le zanzare attraverso un odore particolare, non avvertito dagli esseri umani, ma particolarmente fastidioso per questi insetti. L'azione respingente si esplica in un raggio pari a circa il doppio del diametro della sua chioma. Essa può essere utilizzata sia negli ambienti chiusi che all'aperto.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
venerdì 25 aprile 2014
Donne ed investigatori privati.
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