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domenica 25 marzo 2018

IInditex riapre a Roma il più grande flagship store nella capitale del suo marchio Zara




Il negozio, situato in Via del Corso, presenta nei suoi 2.500 metri quadri tutte le collezioni del brand

 

Zara riapre le porte del suo negozio di Roma presso lo storico Palazzo Bocconi, uno dei flagship store più emblematici a livello mondiale. Dopo un restyling durato tre mesi, questo negozio iconico, che si trova al numero 189 di Via del Corso, presenta la nuova immagine nei suoi 2500 metri quadri di superficie, divisi su 5 piani dedicati alle collezioni donna, uomo e bambino.

 

I dettagli architettonici originali, in stile neo-rinascimentale, come colonne, atrio e modanature del soffitto, sono stati recuperati e messi in luce, generando ambienti in grado di dialogare con la storia del Palazzo Bocconi, che risale al 1887. Un edificio monumentale e innovativo, che ha ospitato i primi Grandi Magazzini nella capitale italiana.

 

Il design elegante del flagship store delinea la cornice perfetta per le collezioni Zara, in cui il prodotto e il cliente spiccano quali protagonisti assoluti. L'esperienza in negozio è inoltre ottimizzata grazie ad una disposizione ordinata e lineare, che consente di visionare i prodotti in condizioni ideali.

 

L'area centrale costituisce l'anima dell'edificio, in cui prende forma uno spazio aperto e luminoso, caratterizzato dalla presenza di grandi finestre con tubi in vetro borosilicato che contribuiscono a connettere il negozio con l'esterno, donando ancora più luminosità di giorno, e creando un "effetto tenda" di notte.

 

I quattro concetti che dominano la filosofia architettonica di Zara - chiarezza, funzionalità, bellezza e sostenibilità – diventano realtà in questo store, valorizzati dall'utilizzo di materiali ispirati alla sua posizione e alle sue radici storiche. In tutto lo spazio prevale la semplicità, nella ricerca di un contatto diretto tra il cliente e la moda.

 

Il negozio, inoltre, conferma l'impegno ambientale del Gruppo e incorpora tutti gli elementi di eco-sostenibilità degli store eco-efficienti di Inditex, che consentono un risparmio medio di elettricità del 30%, con conseguente riduzione delle emissioni inquinanti, e un risparmio di acqua fino al 40% rispetto a un punto vendita tradizionale.

 

Le misure adottate nella riforma si riflettono, ad esempio, nell'illuminazione a led migliorata per consentire un maggior risparmio energetico, nell'efficienza dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e nell'impegno a riutilizzare i materiali e a gestire i rifiuti in modo altamente responsabile.

 

Questi criteri avanzati permettono al brand di conservare la Certificazione "LEED" Platino, considerato il più severo standard per l'architettura sostenibile a livello mondiale, assegnato dall'organizzazione statunitense Green Building Council. Ad oggi, nel rispetto del Piano ambientale del Gruppo Inditex, quasi l'80% dei negozi Inditex nel mondo è già eco-efficiente.



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giovedì 22 marzo 2018

Medicina Estetica: tutte le novità sul tema - Approfondimenti scientifici

INTERESSANTI NOVITA' IN TEMA DI MEDICINA ESTETICA

Ha registrato uno strepitoso successo, sia in termini di partecipazione che di novità presentate, la giornata di aggiornamento professionale teorico-pratica in Medicina Estetica organizzata dalla Società Scientifica Agorà per tutti i Medici Estetici associati


Si è svolto sabato 17 marzo, nella meravigliosa cornice di Palazzo delle Stelline a Milano, il secondo appuntamento dell'"Agorà Up To Date": lo speciale evento annuale di aggiornamento professionale teorico-pratico che Agorà – Società Italiana di Medicina ad indirizzo Estetico organizza per tutti i suoi Medici Estetici associati.

Quest'anno l'iniziativa ha riscosso un grandissimo successo: oltre 200 partecipanti hanno preso parte alle sessioni durante le quali, gli esperti, presentavano le ultime novità in tema di Medicina Estetica.

In un ambito, come quello della Medicina Estetica, così attento alla continua evoluzione e aggiornamento di modello, metodo e inquadramento clinico, i relatori-Professori della Società Scientifica di Medicina ad indirizzo Estetico Agorà, si sono succeduti nel corso della mattinata presentando tematiche scientifiche innovative unitamente a supporti visivo-pratici.


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La startup Work Wide Women premiata oggi dall'ONU per progetto sulle donne rifugiate

La startup Work Wide Women premiata dall'Agenzia ONU per I Rifugiati (UNHCR) per il progetto Foreign Sisters
 
La startup tutta al femminile Work Wide Women, prima piattaforma di social learning dedicata alla formazione delle donne sulle nuove tecnologie e i mestieri del web, ha ricevuto questa mattina l'importante riconoscimento 'Welcome. Working for Refugee Integration', col quale l'UNHCR premia annualmente le aziende che favoriscono il processo d'integrazione dei rifugiati in Italia.
La società guidata da Linda Serra, da anni in prima linea per la formazione digitale femminile, ha infatti sviluppato nel 2017 Foreign Sisters, un virtuoso progetto di inclusione digitale rivolto alle fasce deboli della società, in particolare alle donne richiedenti asilo o rifugiate.  
Il progetto, nato con l'obiettivo di fornire le competenze digitali di base per permettere alle donne di capire come orientarsi nel mondo del lavoro, ha coinvolto 30 donne di varie nazionalità (rifugiate o richiedenti asilo) che hanno seguito il corso di alfabetizzazione digitale di 40 ore, durante il quale hanno potuto apprendere strumenti fondamentali come l'utilizzo della posta elettronica, di Skype, Maps, del traduttore online, e hanno imparato come creare un profilo Linkedin e come scrivere un CV online. 
Il corso, in italiano e inglese, con le docenze curate da Work Wide Women insieme a Google Italia, si è svolto a Bologna presso la sede dell'acceleratore TIM WCap, con la collaborazione della cooperativa Lai-Momo, che si è occupata del recruiting, e di Synergie Italia, con la sua lunga esperienza in human resources.
Foreign Sisters è stato realizzato grazie al supporto dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, che da anni sostiene i progetti di integrazione rivolti alle donne rifugiate e immigrate.
 
"Questo è un riconoscimento davvero prezioso per Work Wide Women e per il network di partner che ha scelto di sposare il progetto Foreign Sisters, mettendo a disposizione le proprie competenze per favorire l'inserimento sociale e lavorativo delle donne rifugiate o richiedenti asilo." afferma Linda Serra, CEO e co-founder di Work Wide Women.
 
La certificazione 'Welcome. Working for Refugee Integration' è un progetto dell'UNHCR, sostenuto da Ministero del Lavoro, Ministero degli Interni e Confindustria, che prevede l'assegnazione annuale di un prestigioso logo attestante l'impegno dell'impresa nell'aver contribuito, secondo le proprie possibilità, all'inserimento lavorativo e sociale dei beneficiari di protezione internazionale.
 
 
Work Wide Women è il progetto di welfare che supporta le aziende e le donne fornendo soluzioni in ambito di diversity management e di pari opportunità e che, attraverso la corretta applicazione delle politiche di inclusione, porta ad innovare attraverso l'educazione alla differenza e a percorsi di formazione certificata. WWW nasce in Italia nel 2014 con lo scopo di diminuire la disoccupazione femminile e far sì che le donne si avvicinino all'Information Communication Technology, settore in cui a livello globale le posizioni sono ricoperte per l'85% da uomini, ma dove la domanda di figure professionali è in costante e incessante crescita.


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PAZIENTI A BORDO. Racconto per immagini di donne che sanno navigare in acque agitate

PAZIENTI A BORDO

Racconto per immagini di donne che sanno navigare in acque agitate

Una mostra fotografica e un progetto scientifico per una nuova dimensione della Cura

 

In mostra alla Statale nella prima settimana di primavera le immagini-testimonianza di un gruppo di donne che insieme alle loro psicologhe e agli istruttori del Centro Velico Caprera hanno trasformato la navigazione a vela in un'esperienza di profonda ricostruzione emotiva dopo la malattia. La seconda edizione di "Pazienti a bordo" confluirà in un progetto scientifico che, grazie al supporto della onlus We Will Care, coinvolgerà la prossima estate 150 donne che hanno vissuto di recente l'esperienza di una malattia oncologica.

 

 

Milano, 22 Marzo 2018 – Da Caprera al famoso loggiato del Cortile del Filarete della Statale di Milano, con il Centro Velico Caprera, per ribadire che non esiste mare che non si possa navigare, purché insieme all'equipaggio giusto. Questo progetto rappresenta, infatti, un innovativo approccio psicologico alla cura del paziente oncologico sfruttando le metafore che la vela e il mare ci offrono. Il vento cambia, il mare è imprevedibile, ma dobbiamo imparare a tenere la rotta. E lo stesso dobbiamo fare durante l'esperienza di malattia per attraversarla e superarla al meglio senza lasciarci travolgere. Recuperare la rotta non solo è possibile, ma è un'impresa che libera risorse che non sapevamo di avere.

E' questo il messaggio al centro della Mostra fotografica "PAZIENTI A BORDO. Racconto per immagini di donne che sanno navigare in acque agitate" organizzata dal Centro Velico Caprera e dall'Università Statale di Milano, in collaborazione con We Will Care Onlus. La mostra nasce dal progetto "Pazienti a bordo", partito l'estate scorsa a Caprera con il contributo iniziale dell'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) ed ora finanziato da We Will Care, la onlus nata nel 2016 per offrire gratuitamente supporto psicologico ai pazienti oncologici, valorizzandone le risorse e l'autonomia in ogni fase del percorso di cura.

Tramite le immagini e le voci delle pazienti, la mostra racconta dell'inedita formula di un supporto psicoterapeutico finalizzato alla ricostruzione emotiva dopo la malattia associato all'esperienza profondamente sfidante, sia fisicamente che mentalmente, della navigazione a vela in mare aperto.

Un'impresa immersiva e totalizzante che, nella seconda edizione di "Pazienti a Bordo", in programma per l'estate prossima, diverrà oggetto di una ricerca scientifica condotta da un gruppo di psiconcologhe della Statale di Milano e svolta con il sostegno di We Will Care Onlus.

La ricerca coinvolgerà 150 pazienti che verranno selezionate nei prossimi mesi per partecipare alle 10 settimane di vela a Caprera che si svolgeranno tra Maggio e Ottobre 2018 e avrà l'obiettivo di elaborare metodologie all'avanguardia destinate al recupero emotivo di chi ha vissuto l'esperienza di un tumore. Le partecipanti saranno ospiti grazie ai fondi raccolti da We Will Care e al contributo del Centro Velico Caprera.  

 

LA MOSTRA

"PAZIENTI A BORDO. Racconto per immagini di donne che sanno navigare in acque agitate"

Loggia del cortile d'onore dell'Università degli Studi di Milano  - Via Festa del Perdono 7 –

Dal 21 al 29 marzo 2018 - Ingresso libero e gratuito dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 19.00






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martedì 20 marzo 2018

Donne impegnate nelle battaglie dei diritti: Inka Saara Arttijeff, Nara Baré, Vicky Tauli-Corpuz al Festival dei Diritti Umani e Università Milano-Bicocca

Donne impegnate nelle battaglie dei diritti: Inka Saara Arttijeff, Nara Baré, Vicky Tauli-Corpuz

Venerdì 23 marzo, ore 11.30-13.30, Università degli Studi di Milano-Bicocca 
Aula Pagani - Edificio U7, 3° piano, via Bicocca degli Arcimboldi 8

organizzato dall'Università degli Studi di Milano-Bicocca

In collaborazione col Festival dei Diritti Umani di Milano

Donne indigene: lotte per il riconoscimento locale e per i diritti globali

con Victoria Tauli-Corpuz, Nara Baré, Inka Saara Arttijeff,

Saluti di benvenuto del Rettore Maria Cristina Messa.

Introduzione di Giampaolo Nuvolati e Danilo De Biasio. Coordina: Marina Calloni

Sabato 24 marzo, ore 15.00, Triennale di Milano nell'ambito del Festival dei Diritti Umani

In prima linea. I popoli indigeni, vittime dei cambiamenti climatici e dell'avidità del business

con Inka-Saara Arttjeff, Nara Baré, Marina Calloni, Antonella Cordone, Hindou Oumarou Ibrahim, Francesco Martone, Victoria Tauli-Corpuz

 

Festival dei Diritti, che inizia domani 20 marzo, e Università di Milano-Bicocca insieme per raccontare le donne che si battono per le popolazioni indigene. Inka-Saara Arttjeff, rappresentante del popolo Sami, Nara Baré, leader del Coordinamento delle Organizzazioni Indigene dell'Amazzonia Brasiliana (COIAB), e Victoria Tauli-Corpuz, relatore speciale sui diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite, sono tre donne da anni impegnate nelle battaglie dei diritti e in particolare di quelli dei popoli indigeni.

Insieme saranno protagoniste di due interessanti incontri del Festival dei Diritti Umani: il primo - Donne indigene: lotte per il riconoscimento locale e per i diritti globali - è promosso il 23 marzo dall'Università degli Studi di Milano-Bicocca (Aula Pagani - Edificio U7), tra gli eventi per celebrare i vent'anni dell'ateneo. Dopo i saluti del rettore Maria Cristina Messa, il dibattito sarà introdotto da Giampaolo Nuvolati, direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, e da Danilo De Biasio, direttore del Festival. Modera Marina Calloni, coordinatrice di EDV Italy Project dell'Università di Milano-Bicocca. Il secondo incontro - In prima linea. I popoli indigeni, vittime dei cambiamenti climatici e dell'avidità del business - si terrà alla Triennale di Milano il 24 marzo. Interverranno anche Marina Calloni, Antonella Cordone, responsabile per i popoli indigeni al Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), Hindou Oumarou Ibrahim, coordinatrice dell'Associazione delle Donne e Popolazioni Indigene del Ciad (AFPAT) e Francesco Martone, portavoce della rete In Difesa Di – per i diritti umani e chi li difende.

I due appuntamenti si svolgeranno nella settimana del Festival dei Diritti Umani (dal 20 al 24 marzo - Triennale di Milano). Il focus di quest'anno del festival sarà sulla devastazione ambientale della Terra e di come questo saccheggio incida sui diritti umani. Quindi inquinamento, profughi ambientali, impazzimento climatico ma anche i segnali della consapevolezza di una necessaria inversione di tendenza. Tema che è al centro anche di altri due eventi organizzati dall'Università di Milano-Bicocca: la mostra "Artico - Viaggio interattivo al Polo Nord" (Galleria dell'Aula Magna - Edificio U6, piazza dell'Ateneo Nuovo 1, fino al 31 maggio) e "Oceani di plastica e di ghiaccio" (giovedì 29 marzo, ore 9.30-17.30, in Aula Magna – Edificio U6), una giornata di studio attraverso racconti e proposte per salvare il mare. Con la partecipazione dei navigatori oceanici Giovanni Soldini e Francesco Malingri.

Inka Saara Arttijeff è consigliere del presidente del Parlamento Sami in Finlandia e responsabile delle vicende internazionali del parlamento. Nata da un pastore di renne nel 1984, è cresciuta a Nellim, un tradizionale villaggio Sami in Finlandia. Prima di servire come consigliere, ha lavorato come coordinatrice elettorale al Parlamento Sami. Arttijeff ha ricoperto posizioni di fiducia in organizzazioni non governative dedicate al popolo Sami e ha dedicato tempo ed energia a questioni relative ai diritti umani e ai diritti fondiari dei Sami. Laureata in cooperazione internazionale all'Università di Roma tre, sta attualmente terminando il master in relazioni internazionali e sviluppo. Nel tempo libero, si diletta in artigianato tradizionale Sami.

Nara Baré (Francinara Soares Martins Baré) è la prima donna a diventare Coordinatrice generale della Coordinazione delle Organizzazioni Indigene dell'Amazzonia Brasiliana (COIAB), più grande organizzazione indigena del Brasile, nata nel 1989 a Manaus che rappresenta 160 popolazioni da nove stati dell'amazzonia (circa il 60% della popolazione indigena totale). È stata eletta nell'agosto del 2017 all'Assemblea Generale del COIAB alla presenza di circa 600 capi indigeni da ogni parte dell'Amazzonia brasiliana. Nata in Amazonas in Brasile, è figlia di una madre indigena della Popolazione Indigena Baré. Cresciuta in un ambiente in cui le donne hanno poca voce, ha da sempre combattuto per i suoi diritti.

Victoria Tauli-Corpuz è Relatore Speciale ONU sui diritti delle popolazioni indigene. È capo indigeno dei Kankana-ey Igorot della regione Cordillera nelle Filippine. È consulente sullo sviluppo sociale, attivista indigena, esperta in diritti umani, funzionario pubblico e difensore dei diritti delle donne nelle Filippine. Ha presieduto il Forum Permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene (2005-2010). In quanto capo indigeno è stata coinvolta nella stesura e successiva adozione della Dichiarazione sui Diritti delle Popolazioni Indigene dell'ONU nel 2007. È attiva fin dagli anni 70 nel movimento delle popolazioni indigene della Cordillera ed ha aiutato, con successo, nella battaglia contro vari progetti della dittatura di Marcos come la Diga Idroelettrica sul fiume Chico e la Cellophil Resources Corporation. Ha fondato e dirige la Tebtebba Foundation (Indigenous Peoples' International Center for Policy Research and Education). Ha fondato e diretto numerose ONG per sensibilizzare sul cambiamento climatico e sui diritti delle popolazioni indigene e delle donne.



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Gli “ingredienti” anti “buccia d’arancia”


Gli "ingredienti" anti "buccia d'arancia"
Il Prof. Leonardo Celleno, presidente dell'Associazione Italiana di Dermatologia e Cosmetologia (AIDECO) spiega alcuni metodi per liberarsi della cellulite
 

Lipodistrofia ginoide, pannicolopatia edemato fibrosa, adiposis edematosa, pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica, dermopanniculosis deformans, status protrusus cutis, liposclerosi, pelle a buccia d'arancia, pelle a trapunta. Tanti nomi diversi, ma il problema è sempre uno, la cellulite, nemica giurata delle donne. Infatti, l'80, 90 % delle donne affronta la sua personale battaglia. La genetica è tra le cause maggiori, ma potrebbe dipendere da un'alimentazione ricca di sale, grassi e carboidrati, da cattiva circolazione sanguigna e da scarsa attività fisica.
"L'elemento scatenante di questo disturbo è un mal funzionamento della microcircolazione, che causa ritenzione idrica e ristagno interstiziale di liquidi in seguito al quale gli adipociti (ovvero le cellule del tessuto adiposo) si ingrandiscono e le fibre collagene prodotti dai fibroblasti si ispessiscono andando a circondare gli adipociti e formando dei piccoli noduli, i quali progressivamente tendono a diventare più dolenti, più grandi e più numerosi" specifica il Prof. Leonardo Celleno, presidente Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia.
 
Gli ingredienti più efficaci
Le creme cosmetiche più efficaci per la lotta alla cellulite devono contenere dei determinati ingredienti. "Sicuramente molto indicate in questi casi sono molecole come la caffeina, perché possiede spiccate attività lipolitiche, ovvero in grado di attivare il metabolismo dei grassi e oltretutto penetra bene attraverso i tessuti, determinando dunque un'azione locale evidente ed importante" afferma il prof. Celleno. "Sono molto utili anche principi funzionali come l'escina, l'eparina e relativi derivati per la loro attività drenante ed antiedemigena, efficaci dunque per tentare di riattivare il microcircolo che si è compromesso. Inoltre si ricorre anche ad altre sostanze come gli antiossidanti, utili per contrastare la micro-infiammazione che si determina in caso di cellulite ed allo stesso tempo proteggere i vasi sanguigni dai danni causati dai radicali liberi".
 
Nelle mani di un esperto
Alcuni trattamenti contro gli inestetismi della cellulite devono essere obligatoriamente praticati da persone esperte, come ad esempi gli ultrasuoni. "Penetrando sino all'ipoderma, provocano la disgregazione degli adipociti e di conseguenza i lipidi contenuti al loro interno fuoriescono gradualmente; successivamente vengono trasportati attraverso il sistema linfatico e escreti attraverso l'apparato renale ed il fegato" spiega il Presidente di AIDECO e prosegue: "utile anche la mesoterapia, metodica che consiste nell'effettuare delle iniezioni intradermiche di farmaci ad azione lipolitica per ridurre l'adiposità in eccesso, ed indicata soprattutto per quelle zone caratterizzate da accumuli adiposi".
 
Attenzione all'alimentazione
"L'alimentazione è importante: evitando sempre gli eccessi a tavola, bisogna fare attenzione a non esagerare con il sale in quanto può aumentare la ritenzione idrica, è opportuno seguire una dieta ipo-calorica, ricca di frutta e verdura e soprattutto assicurarsi di bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno" afferma il prof. Leonardo Celleno, il quale consiglia anche gli integratori alimentari che contengono escina, papaina ed altre sostanze che aiutano a drenare, attenuare il gonfiore e rimodellare la parte.



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giovedì 15 marzo 2018

Il Gotha della Magistratura della Provincia di Taranto in un seminario contro la violenza di genere - Martina Franca - Lunedì 19 marzo 2017

IL GOTHA DELLA MAGISTRATURA DELLA PROVINCIA DI TARANTO IN UN SEMINARIO SULLA VIOLENZA DI GENERE

 

Lunedì 19 marzo, alle ore 15.00, a Martina Franca, presso il Park Hotel San Michele, un seminario sugli "Strumenti di tutela delle donne vittime di violenza di genere" 

 

Siamo abituati a vederli lavorare nelle aule di un tribunale. Uno di fronte all'altro. Per la prima volta tutti i più importanti esponenti della Magistratura di Taranto lasciano le aule di un tribunale e si siedono attorno allo stesso tavolo per parlare di violenza di genere nel seminario "Strumenti di tutela delle donne vittime diviolenza".

 

L'appuntamento, promosso dal Lions Club Martina Franca Valle d'Itria, dall'Associazione Nazionale Magistrati Sottosezione di Taranto, dall'ordine degli avvocati di Taranto, con la collaborazione del Centro Antiviolenza "Rompiamo il Silenzio", è previsto lunedì 19 marzo, alle ore 15.00, presso il Park Hotel San Michele. 

 

Dopo i saluti della Presidente Lions Club Martina Franca Valle d'Itria, Grazia Romanelli, del Vice Presidente, l'Avv. Giuseppe Serio, dell'Assessora alle Politiche Sociali e servizi alla persona, Annunziata Schiavonela tematica della tutela delle donne vittime di violenza verrà affrontata sotto ogni profilo, attraverso interventi di operatori altamente qualificati che si trovano, ogni giorno, ad affrontare – nelle aule di un tribunale – i reati di violenza di genere. A tal fine interverranno: la Dott. Antonia Palmisano, psicologa e psicoterapeuta del Centro Antiviolenza "Rompiamo il Silenzio", la Dott. Antonella De Luca, Sostituto Procuratore presso la Procura di Taranto, già componente della rete antiviolenza con sottoscrizione protocollo del 24 novembre 2017; Primo dirigente Dott. Francesco Triggiani, Dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Taranto, Dott. Fulvia Misserini, Magistrato Giudicante del Tribunale di Taranto, sezione specializzata nella violenza di genere, Dott. BombinaSantella, Presidente del Tribunale per i minorenni, Dott. Stefania D'Errico, Presidente Giudice Civile Ordinario – Sezione Famiglia, Avv. Filomena Zaccaria, Avvocata del Centro Antiviolenza "Rompiamo il Silenzio". 

 

Un appuntamento immancabile per gli operatori e per tutti gli addetti del settore (sono previsti due crediti formativi ai partecipanti), ma anche un'opportunità per scoprire la rete interdisciplinare di professionisti che collaborano per la tutela delle donne vittime di violenza di genere, con l'auspicio di individuare protocolli di intesa e buone prassi di rete nella gestione dei casi.



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domenica 11 marzo 2018

Donne e lavoro: la risoluzione del gender gap è un'opportunità da 28 trilioni di dollari


Risoluzione del gender gap:
un'opportunità da 28 trilioni di dollari


 

A tanto ammonta la crescita potenziale del PIL mondiale se la partecipazione femminile all'economia formale fosse pari a quella maschile.

DNV GL indica la strada per trasformare questo rischio globale in opportunità: è questione di tempo e di tecnologia.

 

Milano, 11 marzo - Il gender gap nelle retribuzioni professionali nel mondo raggiunge un valore medio del 24%. La differenza di genere nei salari si attesta al 23% nei paesi sviluppati, ma tocca picchi del 33% nell'Asia Meridionale e del 30% nell'Africa Sub-Sahariana. Risolvere questo rischio globale è un'opportunità che vale 28 trilioni di dollari - a tanto, infatti, ammonta la crescita potenziale del PIL mondiale se la partecipazione femminile all'economia formale fosse pari a quella maschile.

 
 

È una delle principali evidenze emerse dalla scorsa edizione del Global Opportunity Report, studio condotto annualmente a livello globale da DNV GL - Business Assurance, dal Global Compact delle Nazioni Unite e da Sustania. L'indagine di anno in anno prende in esame i rischi più pressanti di oggi con l'obiettivo di evidenziare le opportunità di business ad essi correlate, nel rispetto degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite.

L'ineguaglianza crescente, per cui le disuguaglianze di genere giocano un ruolo fondamentale, è stato uno dei rischi analizzati dal Global Opportunity Report edizione 2017. L'indagine ha coinvolto oltre 5.500 rappresentanti del mondo delle aziende, del governo e della società civile.

Gender gap: l'importanza del fattore tempo

 

Nei paesi in via di sviluppo, le donne passano complessivamente 100 milioni di ore al giorno solo per procurarsi acqua. Le donne di tutto il mondo impiegano in media da 1 a 3 ore in più per la cura della casa rispetto agli uomini, e da 2 a 10 volte in più per la cura di bambini, anziani e ammalati. Una divisione impari del lavoro di cura e domestico impatta negativamente la vita delle donne e danneggia l'economia globale.

Il problema fondamentale che soggiace a questo rischio, quindi, appare essere il fattore tempo. Una ridistribuzione equa del lavoro e dei ruoli di genere deve necessariamente partire da un'ottimizzazione del tempo dedicato alle incombenze tradizionalmente giudicate come di competenza femminile. Uno stereotipo di genere ancora, purtroppo, molto diffuso: basti pensare che solo il 2% della pubblicità legata ai prodotti per la cura della casa mostra figure maschili impegnate nei lavori domestici.

Un prezioso aiuto può venire dalla tecnologia: si stima che il mercato degli elettrodomestici "smart" raggiungerà il valore di 37,2 miliardi di dollari entro il 2020, a un tasso di crescita del 15,4% tra il 2015 e il 2020. Le tecnologie salva-tempo possono contribuire ad alleggerire il fardello dei lavori domestici sia nei paesi sviluppati, sia in quelli in via di sviluppo: un esempio su tutti, gli elettrodomestici per la pulizia della casa che spazzano e lavano i pavimenti in autonomia (i cosiddetti Intelligent Robotic Floor Cleaners), senza la supervisione umana. Fino ai fornelli alimentati da energie rinnovabili, che permetterebbero alle donne in India di risparmiare 374 ore all'anno pro-capite ora utilizzate proprio per reperire legna combustibile.

Inuguaglianze crescenti, non solo di genere
 

Le disuguaglianze di genere sono solo una delle molteplici sfaccettature che l'inuguaglianza assume nel mondo nella società contemporanea. Il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà è diminuito da 1,9 miliardi di individui del 1990 agli 836 milioni del 2015. In linea con questo trend di sviluppo, le proiezioni mostrano un incremento della classe media globale, da 1,8 miliardi di individui nel 2009 a 4,9 miliardi del 2030. Nonostante queste tendenze positive, l'ineguaglianza persiste, con una crescente concentrazione della ricchezza in un numero esiguo di mani.

La parola d'ordine per la risoluzione di questo gap economico-finanziario è inclusione. Ancora una volta, attraverso strumenti tecnologici che permettano una maggiore partecipazione di tutti all'economia formale. Un elemento chiave di questo scenario è il cosiddetto internet delle persone, la possibilità che la rete ha di collegare individui distanti tra loro, digitalizzando le relazioni tra persone e permettendo la raccolta e la condivisione di dati personali.

La crescita dell'internet delle persone è attribuita essenzialmente alla crescente penetrazione di smartphone, tablet e altre tecnologie digitali. Nel 2016 erano già 4,3 i miliardi di utilizzatori di dispositivi mobili, ovvero il 58,7% della popolazione globale e il trend è stimato in continua crescita.

Inuguaglianza globale, una sfida difficile da accettare
 

Il Global Opportunity Report 2017 di DNV GL, Global Compact e Sustainia ha interrogato le aziende intervistate sull'importanza di cinque rischi globali precisi: l'instabilità politica che caratterizza determinate regioni mondiali; il consumo del suolo; l'impatto del cambiamento climatico sulle città; il peso delle cyber minacce e l'ineguaglianza crescente. Tra questi, la crescente disuguaglianza viene sentita come il rischio maggiore.

In seguito, sono state individuate tre opportunità di business a potenziale risoluzione di ciascuno dei cinque rischi indagati. Le tre opportunità collegate all'inuguaglianza crescente sono state considerate dagli intervistati tra le meno strategiche della classifica generale. Questa discrepanza tra l'importanza del rischio e quella della sua risoluzione ci fa capire che ancora poche sono le aziende pronte ad affrontare questa cruciale problematica. I benefici derivanti dalla risoluzione sarebbero enormi, ma davvero in pochi si sentono di potere di accettare la sfida.

L'Europa è la regione del mondo più attenta all'opportunità di risoluzione delle disuguaglianze di genere, che si posiziona al 10° posto nella classifica generale (su 15 totali), ma al 3° nella classifica dei rispondenti del Vecchio Continente. 

Note:

  • I rischi inclusi nel rapporto sono rischi sistemici, ovvero capaci di determinare la rottura di un intero sistema e non con impatti solo su parti di esso. Sono stati selezionati tenendo presente un insieme di criteri (sono di portata globale, sono riconosciuti da una molteplicità di stakeholder, sono attuali ed è possibile intervenire per contenerli) e analizzati tenendo conto dei principali studi disponibili.
  • Le opportunità considerate creano valore per il pianeta e la società nel complesso, non solo per i singoli o per le aziende, e sono sempre sostenibili. Le 15 opportunità citate nel report sono state individuate riunendo a New York più di 25 rappresentanti di diversi settori - da professori accademici ad amministratori delegati di start-up innovative - chiamati a definire i mercati e i business del futuro. Inoltre, una campagna di crowd-sourcing digitale è stata messa in atto per raccogliere le migliori idee per combattere i cinque rischi individuati.
  • L'indagine all'interno del report è stata svolta in collaborazione con la società di ricerca YouGov. In totale, comprende 5.499 Computer-Assisted Web Interviews (CAWI), che sono state condotte su persone con responsabilità manageriali impiegate in società con un minimo di 100-200 dipendenti. L'indagine è stata condotta tra il 30 settembre e il 23 ottobre 2016.

I partner:

DNV GL
DNV GL è uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale. Aiuta le aziende a garantire l'efficienza delle proprie organizzazioni, nonché di prodotti, personale, strutture e catene di fornitura attraverso servizi di certificazione, verifica, valutazione e formazione, affiancandole per consolidare performance aziendali sostenibili e alimentare la fiducia da parte degli stakeholder.

DNV GL opera in oltre 100 paesi attraverso professionisti impegnati ad assistere con dedizione i clienti per rendere il mondo più sicuro, smart e verde.


Sustainia
è il più importante think tank della Scandinavia sulla sostenibilità, fondato da Monday Morning. Negli ultimi 7 anni, si è concentrato sulla mappatura delle soluzioni a rischi globali, diventando il principale fornitore di soluzioni di business sostenibili. Leader mondiale nell'applicazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, la sua missione è quella di innovare i modelli di business del futuro.

The United Nations Global Compact è un appello alle compagnie di tutto il mondo per allineare operazioni e strategie a 10 principi universalmente riconosciuti nell'ambito dei diritti umani, dell'impiego, dell'ambiente del lavoro e dell'anti-corruzione. Si tratta altresì di uno richiamo a intraprendere azioni a supporto delle tematiche e dei traguardi delle Nazioni Unite, indicati negli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. Il Global Compact delle Nazioni Unite è una piattaforma di leadership per lo sviluppo, la realizzazione e la divulgazione di pratiche societarie responsabili. Lanciato nel 2000, è la più grande iniziativa di sostenibilità del mondo con oltre 9.000 società, 3.000 firmatari non-business basati in più di 160 paesi e più di 70 network locali.



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giovedì 8 marzo 2018

Prendi una donna… Falla comandare: le donne CEO sono un vantaggio per le aziende, gli esperti spiegano il perché

PRENDI UNA DONNA… FALLA COMANDARE: LE DONNE CEO SONO UN VANTAGGIO PER LE AZIENDE, GLI ESPERTI SPIEGANO IL PERCHÈ 

Sono in grado di prendere decisioni migliori, hanno l'intuito per raggiungere gli obbiettivi e lavorano con estrema passione per far crescere l'impresa. 

Le donne CEO apportano numerosi vantaggi in azienda, fatto spiegato da particolari caratteristiche del cervello femminile, scoperte dagli scienziati ed osservati nella realtà aziendale, da esperti del settore, come la master coach Marina Osnaghi, che ne spiega le ragioni.

Da Mary Barra, CEO di General Motors, la donna più potente del mondo secondo Fortune, a Indra Nooyi, AD di Pepsi, fino a Marillyn Hewson, CEO del colosso militare Lockheed Martin. 

Le donne, come rilevato dall'importante testata statunitense, stanno ricoprendo sempre più ruoli strategici all'interno delle grandi aziende e stanno conquistando sempre più spesso ruoli solitamente considerati esclusivamente maschili: si è passati dalle 21 donne al comando nel 2016 all'interno della lista Fortune 500, alle 32 del 2017, con un incremento di circa il 50%

Un bilanciamento del gender gap lento ma sempre più evidente, che nelle grandi aziende si sta manifestando anche nel portafoglio: da un'analisi del Wall Street Journal è emerso che tra i leader delle aziende presenti nel titolo S&P500 rimasti in carica per un anno, gli uomini hanno incassato in media 11,6 milioni di dollari, mentre le CEO le manager presenti ne hanno guadagnato circa 13,8 milioni. Ma quali solo le ragioni di questo successo al femminile? 

Se per i ricercatori, come riportato dalla rivista scientifica Science, citando un recente studio dell'Università di Edimburgo, il cervello delle donne è in grado di ottenere migliori performance a livello d'intelletto e di cognizione, per gli esperti di coaching le ragioni sono da ricercare nelle caratteristiche peculiari:

"Le donne con cui lavoro mi raccontano della cultura fortemente maschilista con cui si trovano ad avere a che fare e che devono gestire nell'organizzazione – spiega la master coach Marina Osnaghi, che ha affiancato grandi donne CEO ed imprenditrici nel raggiungimento dei propri obiettivi – Allo stesso tempo mi raccontano dei loro successi e del modo in cui vogliono preservare le loro caratteristiche femminili, pur essendo alla guida di organizzazioni che hanno ancora mentalità fortemente maschili. Quali sono le caratteristiche forti di queste donne? Oltre ad avere competenze tecniche eccezionali; la passione della loro missione e la capacità di non mettersi mai nel ruolo della vittima o del 'sesso debole'. Non hanno bisogno di dimostrare nulla, vivono se stesse ed il loro ruolo con serena tranquillità, crescendo con forza e coraggio, disposte anche a soffrire se necessario, pur di sostenere i propri ideali e la propria visione.  Vivono con tenacia verso i risultati, con determinazione e tensione al miglioramento continuo. Si sentono 'uguali e diverse', nella loro unicità di essere, più che nella discussione dei sessi; hanno la capacità di donarsi incondizionatamente al proprio obiettivo ed alla cura del sistema. Vogliono lasciare il segno, esattamente quanto lo desidera un uomo. Una donna al governo di una azienda porta la bandiera della crescita e dello sviluppo degli esseri umani, caratteristica questa fortemente femminile, essendo più che mai la donna, predisposta a percorsi di potenziamento e crescita".

A conferma del parere della master coach, il Telegraph ha pubblicato uno studio realizzato dalla neuroscienziata Mara Mather dell'Università della South California, con l'aiuto di Nicole R. Lighthall della Duke University, dal quale è emerso che, messi sotto pressione, gli uomini e le donne prendono le proprie decisioni in modi diametralmente opposti: attraverso una simulazione di gioco d'azzardo, i ricercatori hanno scoperto che sotto stress le donne hanno preso le decisioni più intelligenti, abbandonando la partita in una posizione di comando o con puntate di "sicurezza", mentre gli uomini hanno puntato tutto per una piccola possibilità di vincita. 

Risultati ribaditi anche da Ruud van den Bos, scienziato dell'Università di Radboud in Olanda, che ha scoperto come la capacità delle donne di prendere le migliori decisioni emerga proprio con l'avvicinarsi di una deadline o dopo un evento molto stressante. Ma non è tutto: come riportato dal Time, le donne CEO sono molto più abili a motivare i propri collaboratori e quindi gli impiegati diretti da una donna sono coinvolti nel 33% nei processi produttivi, contro il 25% nel caso di un manager; dallo studio, inoltre, è emerso che le donne manager partecipano con entusiasmo al lavoro nel 41% dei casi, percentuale che scende al 35% tra i boss.

"Le donne CEO, hanno una marcia in più: sono capaci di mantenere sia la propria femminilità ed identità personale, che assicurare risultati eccellenti ed una specifica cura per una serie di processi aziendali; caratteristiche che permettono di mantenere alto il livello di benessere dei collaboratori e nello stesso tempo portare avanti con forza il governo dell'azienda – conclude Marina Osnaghi – Le qualità maschili sono da sempre identificate come ideali per il lavoro e la professione, mentre quelle femminili vengono, da alcuni, ancora relegate a professioni specifiche ed alla cura della famiglia. Autorevoli studi confermano che le bambine non sentono alcuna diversità di genere, fino ad una certa età e poi abdicano la loro spontaneità per comportarsi da 'donna', che significa immediatamente l'esclusione di alcuni comportamenti ed il mancato accesso a caratteristiche e punti di forza, che sono solitamente esclusi da quelli tradizionalmente attribuiti all'idea di femminile; queste stesse bambine, crescendo, abdicano anche i loro sogni, di studio e di carriera, per portare avanti il lavoro di moglie e madre, che spesso sembra completamente incompatibile con una carriera di successo. Mentre il connubio è possibile; moltissime donne di successo hanno dimostrato che femminilità e carriera si possono sposare con gioia e soddisfazione. Quando si parla di leadership si parla anche di capacità comunicativa, le donne in genere, e di conseguenza anche le donne CEO, hanno, per comprovata base scientifica, l'attitudine innata verso una capacità comunicativa, di gran lunga più potente di quella di un uomo. Lo provano anche gli studi che hanno esplorato la grandezza dell'area del cervello dedicata alla comunicazione, che è molto più estesa di quella di un cervello maschile. Non a caso, molte delle professioni di supporto, come il Coaching, sono praticate nel mondo da un numero di donne maggiore rispetto agli uomini. Le donne CEO perseguono l'obiettivo costante di generare l'armonia nel posto di lavoro, ed hanno la capacità di sviluppare e far sviluppare ambienti che mettono le persone in condizioni di fornire risultati eccellenti in una condizione di fiducia reciproca e di sostenibilità professionale nell'ambiente di lavoro e vivono con forza lo spirito di sacrifico che le caratterizza spesso come madri".

E che dire della produttività? Come riportato dalla NBC News, secondo il Global Gender Gap Report 2016 redatto dal World Economic Forum le donne in giro per il mondo lavorano circa 39 giorni in più all'anno rispetto ai colleghi uomini, vale a dire circa 50 minuti in più al giorno: secondo i calcoli degli esperti, ci vorranno ancora 170 anni per raggiungere finalmente l'equità sul luogo di lavoro tra uomini e donne, un processo lunghissimo che sta subendo comunque un'accelerata grazie alle numerose iniziative messe in atto da aziende e organizzazioni internazionali. 

Nell'edizione 2017 invece, il World Economic Forum ha voluto sottolineare che, se le donne fossero al centro del processo produttivo tanto quanto gli uomini, il PIL mondiale potrebbe crescere di ben 5,3 miliardi di dollari.


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Oikos sostiene una campagna di sensibilizzazione a tutela delle donne


oikos group

Oikos sostiene una campagna di sensibilizzazione a tutela delle donne

8 Marzo non solo una ricorrenza. Tutti i giorni.

In occasione della Giornata della donna, Oikos ha deciso di:

1. Offrire a tutte le nostre donne una mezza giornata di riposo retribuito per il pomeriggio di Giovedì 8 marzo

  

2. Sostenere una campagna di sensibilizzazione volta a promuovere la lotta per un pari diritto nello  sviluppo del loro talento.

3. Aggiungere la propria voce di sostegno alla lotta contro la violenza delle donne

In Oikos, le donne sono una risorsa fondamentale per il loro contributo di grande valore allo sviluppo dell'azienda, lo sono tutti i giorni!

In questa ricorrenza, desideriamo portare un attestato di riconoscenza alle nostre dipendenti per tutto quello che fanno ogni giorno, ma anche portare la nostra solidarietà a tutte le donne che hanno subito e subiscono violenze.

Per questo, oltre ad impegnarci quotidianamente con misure atte a prevenire ogni forma di molestia nei luoghi di lavoro, desideriamo fare piccoli gesti, omaggiare le nostre collaboratrici con mezza giornata di ferie a carico dell'azienda e dare un sostegno concreto a tutta la comunità attraverso una donazione alle Fondazioni Telefono rosa e Doppia Difesa per sostenere le loro attività di consulenza e assistenza in favore delle vittime di violenza e testimoniare il nostro impegno a far sì che l'otto marzo sia per tutte le donne, tutti i giorni, non una ricorrenza, sperando che la nostra piccola voce unita a tante altre possa cambiare i tristi fatti quotidiani.

Il futuro passa attraverso il coinvolgimento di tutti, per questo riteniamo giusto condividere con tutti voi questa nostra campagna.

Claudio Balestri
Presidente Oikos





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mercoledì 7 marzo 2018

Crock-Pot Countdown: la comodità di cucinare sano... anche quando non si è in casa!

CROCK-POT – The Original Slow Cooker
Modello Countdown da 4,7 L

 

Crock-Pot è la linea di Slow Cooker per cucinare in maniera semplice e sana: la cottura lenta e a temperatura bassa e costante è infatti un metodo antichissimo per mantenere inalterate le proprietà nutritive degli alimenti. 


Una volta selezionati gli ingredienti e avviata la cottura i risultati saranno sempre perfetti. 


Crock-Pot permette inoltre di risparmiare tempo: con la cottura lenta, infatti, è la pentola ad occuparsene, così nel frattempo è possibile dedicarsi ad altre attività.


Caratteristiche principali della pentola Countdownda 4,7 l:


- Sicura ed economica: può essere lasciata accesa anche quando non si è in casa e consuma quanto una lampadina 

4,7 l di capacitàperfetta fino a 5 persone

Display digitale con Countdown Timer per il controllo dei tempi di cottura

2 impostazioni di cottura: Low e High

Funzione Warm automatica, per mantenere in caldole pietanza

Programmazione timer all'avvio della cottura

- Pentola interna in materiale ceramico rimovibile,utilizzabile anche in forno e lavabile in lavastoviglie

Utensili da cucina inclusi nella confezione

- Ricettario in italiano incluso nella confezione

Garanzia 5 anni


Prezzo suggerito al pubblico: 99,90 Euro


Marzo 2018



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