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martedì 31 marzo 2020

#iorestoacasa: come cambia la vita di mamme e famiglie - il sondaggio di FattoreMamma

#iorestoacasa: come cambia la vita familiare ai tempi del coronavirus

Tanta fantasia e un pizzico di digitale: la ricetta delle mamme per affrontare la quarantena

I risultati del grande sondaggio di FattoreMamma

Milano, 27 marzo 2020 – Chiuse a casa da settimane, impegnate tra accudimento dei figli, smart working (per molte, anche se non per tutte), nuovi modi di concepire la spesa, la vita domestica e le relazioni familiari: sono le mamme italiane alle prese con #iorestoacasa.

Le ha fotografate FattoreMamma, società di marketing che da oltre 10 anni si occupa di relazioni digitali con le mamme italiane, attraverso un grande sondaggio online sulla propria community a cui hanno partecipato più di 4.600 mamme raccontando nuove abitudini, timori e speranze di questo periodo dominato dall'emergenza sanitaria (1).

"Abbiamo voluto realizzare un sondaggio come canale di dialogo con le tantissime mamme della nostra community, perché potessero dire la loro opinione e per sapere come stanno vivendo questo momento di emergenza sanitaria" racconta Jolanda Restano, imprenditrice, blogger e socia di FattoreMamma. "Ne è emerso un quadro di una vita familiare ridefinita".

La preoccupazione c'è!
La preoccupazione c'è: il 51,5% delle mamme lo indica come lo stato d'animo prevalente, ma il 50% cerca di non pensarci e fare le cose giorno per giorno. Così come il 22% si dichiara fiduciosa, mentre un altro 22% si sente "sospesa". "Vediamo una spaccatura netta ed equamente divisa tra le fiduciose, le resilienti e chi è sopraffatto dalla situazione: sono queste ultime da supportare maggiormente, anche con i nostri strumenti e iniziative digitali" osserva Jolanda.

Le maggiori preoccupazioni delle mamme sono di gran lunga sul fronte sanitario: la paura di  ammalarsi o che si ammalino le persone care è la principale (83%), ma è anche forte il pensiero per la capacità del sistema sanitario, con medici e infermieri, di riuscire a reggere l'onda d'urto (68%). C'è poi preoccupazione per le persone fragili e per l'impatto psicologico, mentre non sono tra i maggiori pensieri il timore di perdere il reddito di famiglia, segnalato dal 21% delle rispondenti, né che i bambini possano perdere l'anno scolastico.

Vite stravolte: come ci si riorganizza in famiglia
Il 67,5% delle mamme che ha risposto ha un lavoro (incluse le donne in maternità) e, se il 22% tra le lavoratrici attive ha preso un periodo di pausa – sotto forma di congedo, ferie o altro – le altre sono ancora decisamente operative. "Oltre il 42% lavora da casa cercando di gestire nel contempo i figli, tra attività, compiti, gioco e benessere fisico" rileva Jolanda. Sarà per questo difficile doppio (o triplo) ruolo che lo strumento maggiormente invocato per la gestione dell'emergenza è la possibilità di un congedo retribuito, richiesto dal 47% delle intervistate, per potersi occupare più agevolmente dei figli e mettere fine a riunioni digitali interrotte dal pianto dei bimbi. Tra le altre opzioni auspicate per una migliore gestione della situazione, il ricorso agli strumenti digitali per lavorare da casa per chi non è attrezzato (36,8%).

"In questo nuovo ménage, anche molti papà fanno la loro parte": se il 38,7% lavora ancora fuori casa, chi è in smart working supporta equamente nella gestione dei figli (32%), ma rimane il fronte di chi delega in toto la cura dei figli alla mamma pur lavorando da casa (18%).

Questa inedita situazione ha creato nuove abitudini, a partire dalla cucina all'organizzazione della dispensa, fino alla spesa. "C'è un cambio di prospettiva nella gestione dei consumi familiari, con una ricerca di ottimizzazione e senso di responsabilità" commenta Jolanda: il 50% delle mamme limita gli acquisti per contenere i rischi anche per le cassiere e il personale addetto, così come tante dichiarano di ridurre al minimo le visite al supermercato. La spesa avviene nel supermercato di fiducia per 54% delle mamme, ma decolla la spesa online: il 28% ha aumentato gli acquisti online, un dato da leggere tenendo presente che i servizi di spesa online risultano ormai da giorni difficili o impossibili da prenotare causa la troppa domanda e che in alcune zone la consegna dei pacchi spesso subisce ritardi. Gli acquisti digitali sono anche diventati la modalità per reperire quei beni che non sono più venduti offline (12%).

Tanta fantasia e un pizzico di digitale: la ricetta per sopravvivere alla quarantena coi bambini
Tra una riunione online e una sessione di ginnastica, il mantra delle mamme rimane quello di giocare con i bambini (attività che viene svolta più volentieri da oltre il 68% delle mamme), ma anche fare attività creative insieme come lavoretti e piccoli laboratori (49%), cucinare (32%), vedere cartoni o film educativi o leggere insieme (31%). E poi via libera alla fantasia, basta stare insieme cercando di mantenere la serenità dei più piccoli: ballare, cantare le canzoni delle Zecchino d'oro (e non solo), darsi al giardinaggio, alla pittura, fare insieme le pulizie, fare puzzle, costruire e ogni altra attività creativa nella logica del "fare insieme". C'è poi l'aiuto che arriva dal mondo digitale, con app, video giochi, musei online e la visione di video educativi (gradita al 33% delle mamme), oltre alla didattica a distanza (di cui si parla più sotto).

E se la fantasia ogni tanto si esaurisce, le mamme (soprattutto di bambini in età scolare) cercano articoli con nuovi spunti e suggerimenti sulle attività creative da poter svolgere a casa: quasi il 62% li ritiene uno strumento importante per superare questa fase e intrattenere i bambini in modo educativo.

Nella nuova routine c'è spazio anche per prendersi cura del benessere fisico e più della metà sembra riuscirci: il 57,7% svolge qualche tipo di attività fisica per il proprio benessere e per i bambini. Sono i giochi di movimento, pensati soprattutto per la fisicità dei bambini, l'opzione scelta dalla maggioranza delle mamme (52,5%), c'è poi chi si tiene in allenamento con esercizi svolti in autonomia a casa (40%) e non manca chi si cimenta in attività fisiche seguendo tutorial online per sé o per i bambini (24%). E tra le attività citate: yoga, attività nel giardino o nell'orto e baby dance.

E la scuola? Lavori in corso…
Per chi ha figli in età scolare (il 22% delle rispondenti, prevalentemente frequentanti la scuola primaria) un ulteriore fronte aperto è quello dei rapporti con la scuola, i compagni e il proseguimento dell'attività didattica. Mentre l'83% dei bambini riceve i compiti da svolgere da parte delle insegnanti, il 43% segue lezioni a distanza ogni giorno o qualche volta.

L'aspetto di maggior merito riconosciuto alla didattica a distanza è la continuità nella relazione con insegnanti e compagni di classe, un vero e proprio ruolo sociale. Quasi altrettanto importante è l'opportunità di prendere dimestichezza con nuovi strumenti digitali, piattaforme e app, video e risorse digitali che normalmente non verrebbero impiegate.

Tutto a posto quindi? Non proprio.
"Le tecnologie non sono sempre accessibili, rischiano di escludere qualcuno, e troppo spesso strumenti e metodi non vengono spiegati con chiarezza: si tratta di una novità improvvisa per tutti e la sensazione di molte mamme è che tutto sia ancora da organizzare meglio" chiarisce Jolanda. La mancanza di uniformità di strumenti e approccio tra le varie classi e insegnanti contribuisce a rendere più confuso il panorama. E proprio le complessità di gestione, anche tecnologiche, rendono spesso necessaria la presenza costante dei genitori durante la lezione online "Che così non riescono a lavorare".

Eravamo felici e, forse, non lo sapevamo: il desiderio di normalità
Restare chiuse a casa, con i piccoli, senza vedere nonni e amici e senza permettere ai bambini uno sfogo fisico all'aperto in primavera è l'aspetto della gestione della vita quotidiana che viene citato, tra le risposte libere, come il più pesante, anche per i risvolti psicologici.

E in cima alla lista dei desideri per l'auspicato dopo-emergenza, il ritorno alla normalità tra scuola e lavoro guadagna il 45% delle preferenze (percentuale che sale al 67% se si considerano le sole mamme di bambini in età scolare), che segue il desiderio di rivedere parenti e amici (85%), e la voglia di una bella gita di famiglia all'aperto (65%). C'è poi la voglia di dedicarsi senza limitazioni alla spesa (38,4%), di concedersi una bella cena al ristorante (27%) e recuperare un po' di tempo da dedicare alla cura di sé (25%). Tutte attività all'insegna della normale vita quotidiana.


FattoreMamma è un'agenzia di marketing e comunicazione focalizzata sul target mamma e famiglia. La sua missione è creare forme di comunicazione innovative, per mettere in relazione le mamme e le aziende. È specializzata nell'influencer e digital marketing ed entra in contatto ogni giorno con milioni di mamme attraverso i suoi siti e la sua community.

 

 


(1) Sondaggio online condotto dal 18 al 22 marzo 2020 su database della community FattoreMamma. Risposte complessive di 4.618 mamme in tutta Italia. Numerose domande sono a risposta multipla. Dati di dettaglio disponibili su richiesta.



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domenica 29 marzo 2020

“Mangio poco, come mai ingrasso? Sono a dieta perché non dimagrisco?” - studio Università di Pisa su rivista Diabetes

Il nostro profilo metabolico "brucia grassi" o "brucia carboidrati"  determina il mantenimento del nostro peso corporeo

La scoperta dell'Università di Pisa e del National Institutes of Health statunitense pubblicata sulla rivista scientifica Diabetes

"Mangio poco, come mai ingrasso? Sono a dieta perché non dimagrisco?" sono frasi che tutti abbiamo sentito o detto nella nostra vita almeno una volta. A venirci in aiuto per rispondere a queste domande, e magari a perdere peso, c'è un nuovo studio dell'Università di Pisa e del National Institutes of Health statunitense pubblicato sulla rivista scientifica "Diabetes" e inserito tra gli highlights.

Secondo il team di scienziati, al di là di quello che mangiamo, è infatti il nostro specifico profilo metabolico ("brucia grassi" o "brucia carboidrati") a determinare il mantenimento del nostro peso corporeo. In altre parole le persone con un metabolismo che tende a bruciare meno grassi sono più a rischio di sovrappeso e obesità dato che nel tempo tendono maggiormente ad ingrassare.

"Esistono differenti profili metabolici tra gli individui di una popolazione – spiega Paolo Piaggi, bioingegnere dell'Ateneo pisano e autore senior dello studio – ci sono soggetti più propensi a ossidare cioè a "bruciare" i grassi e altri più inclini a "bruciare" i carboidrati della dieta. Questi ultimi, come abbiamo scoperto, tendono a guadagnare più peso nel tempo dato che non consumano tutti i grassi ingeriti con la dieta (anche se seguono una dieta normocalorica) ma li immagazzinano nel corpo come tessuto adiposo, il quale nel tempo si espande e provoca un aumento di peso corporeo".

La ricerca, condotta nella clinica del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases (NIDDK) a Phoenix (Arizona, USA), ha riguardato 79 individui sani di varie etnie. A ciascuna persona è stata misurata la risposta metabolica rispetto a diverse diete ipercaloriche ricche in carboidrati o in grassi somministrate nell'arco di 24 ore.

Per quanto riguarda l'Università di Pisa ha partecipato allo studio Paolo Piaggi, "cervello di ritorno" grazie al programma "Rita Levi Montalcini" e attualmente ricercatore del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione. Piaggi è inoltre responsabile del progetto di ricerca per l'utilizzo della camera metabolica presso l'Azienda ospedaliera universitaria pisana, Unita Operativa Endocrinologia I diretta dal professore Ferruccio Santini del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale. Il progetto ha l'obiettivo di identificare e caratterizzare dei fenotipici metabolici nei soggetti umani.

"Il nostro profilo metabolico – conclude Piaggi – dipende da genetica, fattori ormonali, dieta e stili di vita. Sapere se rientriamo più nella tipologia "brucia grassi" o "brucia carboidrati" può aiutarci a identificare i soggetti maggiormente a rischio di guadagnare peso e mettere a punto nuovi terapie personalizzate per combattere sovrappeso e obesità."



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martedì 3 marzo 2020

Al Sud Donne 2,5 volte più a rischio povertà: WeWorld presenta nuovo Indice su inclusione donne e bambini in Italia

Al Sud Donne 2,5 volte più a rischio povertà

Bambini e bambine con 10 volte meno risorse per educazione e cultura.

"MAI Più INVISIBILI" il nuovo Indice 2020 di WeWorld sulla condizione di donne, bambini e bambine spacca l'Italia in due: Nord e Centro Ovest contro Centro-Est e Sud

 

Al primo posto per inclusione di donne e bambini/e il Trentino - Alto Adige, Calabria fanalino di coda.

Povertà economica delle donne e povertà educativa dei bambini e bambine sono intrecciate e si alimentano a vicenda, in un circolo vizioso che può essere spezzato solo con politiche e interventi ad hoc

 

Roma, 3 Marzo 2020Un Paese frammentato, con profonde diseguaglianze non solo tra donne, bambini e bambine da un lato e uomini dall'altro, ma anche tra le stesse Regioni. È la fotografia che emerge da "Mai più invisibili. Indice 2020 sulla condizione di donne, bambini e bambine in Italia", indagine realizzata da WeWorld - organizzazione italiana che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini in 29 Paesi del Mondo, compresa l'Italia – per misurare l'inclusione di donne e popolazione under 18, monitorandola attraverso 38 indicatori per rilevare molteplici aspetti (economico ma anche educativo, sanitario, culturale, politico, civile) e considerando l'intreccio tra le condizioni di vita degli uni e delle altre.

 

Il rapporto rileva come alla ormai nota suddivisione tra Nord e Sud del Paese se ne sia aggiunta una seconda: tra Nord e Centro-Ovest da una parte, Centro-Est e Sud dall'altra. Donne e bambini/e vivono in condizioni di buona e sufficiente inclusione nei territori posti a Nord e nel Centro-Ovest, mentre sono in condizione di grave esclusione o di insufficiente inclusione al Sud, nelle isole e nella parte centro orientale del Paese.

 

La classifica finale vede al primo posto il Trentino -Alto Adige (valore Index pari a 4,8), seguito da Lombardia (3,4), Valle d'Aosta (3,4), Emilia-Romagna (3), Lazio e Friuli Venezia-Giulia (2,1), Veneto (1,9), Toscana (1,6), Liguria (1,5), Piemonte (1), Marche (0). Nella parte bassa della classifica (Index in negativo) le Regioni del Centro-est e Sud Italia: gli ultimi posti sono occupati da Sardegna (-2,6), Puglia (-3,5), Campania (-3,9), Sicilia (-4,3). Fanalino di coda è la Calabria (-4,5). Donne e bambini residenti in Calabria vivono uno svantaggio doppio rispetto a donne e bambini del Trentino- Alto Adige, con un divario di ben 9,3 punti tra le due Regioni.

 

I divari tra territori sono particolarmente marcati nella dimensione educativa per i bambini e le bambine, con picchi di dispersione scolastica che sfiorano il 20% in alcune Regioni del Sud (contro il 10,6% della media europea) e in quella economica per le donne: in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna circa 2 donne su 10 sono a rischio povertà ed esclusione sociale, mentre in Sicilia lo è 1 donna su 2.

 

"Si conferma la difficoltà del nostro Paese a garantire i diritti di donne e bambini e bambine, soprattutto in alcune Regioni. Dal 2015 ad oggi l'Italia sta avendo un declino costante che è stato determinato in particolare dall'erosione della dimensione educativa riguardante i bambini/e, e dalla scarsa partecipazione alla vita economica e politica da parte delle donne" ha commentato Marco Chiesara, Presidente di WeWorld. "La povertà femminile incide sull'inclusione dei bambini/e sotto molteplici aspetti, in primis quello educativo. Povertà economica (ma non solo) delle donne e povertà educativa dei bambini/e sono intrecciate e si alimentano a vicenda, in un circolo vizioso che può essere spezzato solo con politiche e interventi ad hoc, che tengano conto anche delle specificità territoriali.

Favorire l'accesso all'educazione, al lavoro, alla salute a tutti e tutte è essenziale per ridurre le diseguaglianze e fare in modo che tutti e tutte possano disporre delle stesse risorse, almeno in partenza".

 

"Abbiamo deciso di rafforzare la collaborazione con WeWorld e di finanziare la pubblicazione del rapporto "Mai più invisibili" perché da subito abbiamo colto l'importanza di uno strumento di rendicontazione e monitoraggio del grado di inclusione di donne e bambini nel nostro paese – dice Adriano Turrini, Presidente di Coop Alleanza 3.0. Il rapporto e i dati presentati identificano le povertà educative, l'abbandono scolastico, l'occupazione femminile, la povertà e l'esclusione sociale presenti nel nostro paese su base regionale, su cui pubblico e privato sono chiamati ad agire in termini di politiche ed azioni concrete. Per Coop Alleanza 3.0 si tratta di temi che sono parte della nostra stessa missione, richiamati anche negli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, su cui la cooperativa ha preso una serie di impegni concreti attraverso le azioni definite nel nostro nuovo Piano di Sostenibilità". 

 

Questo indice ci restituisce la fotografia di un'Italia con grandi sacche di povertà, soprattutto nelle periferie più problematiche, proprio dove WeWorld interviene con progetti a sostegno dei diritti di donne e bambini. Dove sono presenti gli Spazi Donna WeWorld, nati nel 2014 per accogliere donne e bambini nelle periferie più dure e far emergere la violenza, ci scontriamo con contesti caratterizzati da povertà economica, disagio sociale, violenza domestica, povertà educativa e scarsa partecipazione femminile al lavoro. Un mix terribile che mina alle fondamenta le condizioni di vita delle donne, dei bambini e delle bambine, guasta le relazioni sociali, impoverisce le comunità, danneggia il Paese.

 

L'indice "Mai più invisibili" nasce con l'obiettivo di rendere disponibili e fruibili alcuni dati che raramente arrivano all'attenzione dell'opinione pubblica e di fornire un elemento utile a tutti gli attori pubblici, privati e del terzo settore per costruire migliori e più consapevoli politiche e interventi che affrontino in modo congiunto i fattori di esclusione che perpetuano il divario generazionale e di genere.

Affinché donne e bambini e bambine non siano più invisibili.

 

L'Indice "MAI Più INVISIBILI" si inserisce nella campagna omonima #maipiùinvisibili di WeWorld, dedicata alle donne vittime di violenza in Italia e nel mondo, in occasione dell'8 marzo. Dall'1 al 15 marzo è possibile sostenere WeWorld e proteggere le donne e i loro bambini dalla violenza, donando 2 euro con sms al numero solidale 45597 dai cellulari personali Wind Tre, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile oppure 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.

 

I fondi raccolti sosterranno il programma nazionale di WeWorld contro la violenza sulle donne che comprende il presidio antiviolenza SOStegno Donna all'interno del Pronto Soccorso di un ospedale di Roma e gli Spazi Donna WeWorld nelle periferie di Napoli (Scampia), Milano (Giambellino) e Roma (San Basilio), e quelli in apertura di Bologna e Cosenza, dove sono accolte ogni anno 1.000 donne vulnerabili, spesso con i loro figli.

  

MAI Più INVISIBILI.

Indice 2020 sulla condizione delle donne, dei bambini e delle bambine in Italia

 

DATI PRINCIPALI

Condizione di BAMBINI E BAMBINE

 

-          La povertà economica incide sulla povertà educativa. I bambini/e residenti nel Sud del paese hanno performance scolastiche peggiori di quelli del Nord, e abbandonano gli studi prematuramente in percentuali più elevate. I bambini residenti in Calabria e nelle Regioni del Sud godono di insufficiente capitale economico: la Calabria ha un Pil pro capite meno della metà di quello del Trentino-Alto Adige, un tasso di disoccupazione e un indice di povertà regionale sette volte maggiore. La spesa dei Comuni per la cultura è pari al 49,6% in Trentino-Alto Adige, al 4,9% in Calabria.

-          Abbandono scolastico: i giovani che abbandonano prematuramente gli studi sono il 14,5% a livello nazionale, ma raggiungono il 20% e oltre in alcune Regioni (Sicilia, Sardegna, Campania), contro una media EU del 10,6%; la quota di popolazione con al più l'istruzione secondaria inferiore è del 38,6% in Italia, del 21,9% in EU28, ma raggiunge percentuali di ca. 50% in Sicilia, Sardegna e Puglia.

-          Asili nido: in Italia, in media, ancora troppo pochi bambini frequentano gli asili nido: solo l'11,9% dei bambini tra 0 e 2 anni. Si va dal 23,5% dell'Emilia-Romagna all'1,8% della Calabria. Sono le Regioni del Sud quelle in cui i bambini frequentano meno i nidi, sia per scelta delle famiglie, sia per mancanza di strutture. La frequenza al nido incide sugli apprendimenti futuri: non è così casuale, rileva WeWorld, che gli studenti delle Regioni meridionali abbiano performance più basse, sia dal punto di vista linguistico che matematico.

 

Condizione delle DONNE

Per quanto riguarda le donne, le differenze regionali più marcate tra Nord/Centro Ovest e Sud/Centro Est si riscontrano in relazione alle condizioni economiche.

 

-          Occupazione femminile: il tasso di occupazione femminile in Italia (20-64 anni) è tra i più bassi in Europa: 52,5% vs una media EU28 del 66,4%. Ma la quota di donne occupate in Italia settentrionale/centrale è il doppio di quella nel Sud: va dal 69,8% del Trentino-Alto Adige, seguito da Valle d'Aosta (68%) ed Emilia-Romagna (66,9%) al 31,5% della Sicilia.

 

-          Povertà ed esclusione sociale: in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna circa 2 donne su 10 sono a rischio povertà ed esclusione sociale, in Sicilia lo è 1 donna su 2; le giovani donne (15-29enni) fuori dal mercato del lavoro (le Neets) si attestano su percentuali vicine alla media europea nel Nord (anche se superiori alla media EU, 16% vs 15,4%), ma lontane più del doppio dalla media EU al Sud (circa 40% in Sicilia e Calabria).

 

 

L'Indice "MAI Più INVISIBILI" si inserisce nella campagna omonima #maipiùinvisibili di WeWorld, dedicata alle donne vittime di violenza in Italia e nel mondo, in occasione dell'8 marzo. dall'1 al 15 marzo è possibile sostenere WeWorld e proteggere le donne e i loro bambini dalla violenza, donando 2 euro con sms al numero solidale 45597 dai cellulari personali Wind Tre, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile 0 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.

 

I fondi raccolti sosterranno il programma nazionale di WeWorld contro la violenza sulle donne che comprende il presidio antiviolenza SOStegno Donna all'interno del Pronto Soccorso di un ospedale di Roma e gli Spazi Donna WeWorld nelle periferie di Napoli (Scampia), Milano (Giambellino) e Roma (San Basilio), e quelli in apertura di Bologna e Cosenza, dove sono accolte ogni anno 1.000 donne vulnerabili, spesso con i loro figli.

 

  

WeWorld

WeWorld è un'organizzazione italiana indipendente che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini con progetti di Cooperazione allo Sviluppo e aiuto Umanitario in 29 Paesi del Mondo, compresa l'Italia.

 

WeWorld lavora in 157 progetti raggiungendo oltre 4,7 milioni di beneficiari diretti e 38,9 milioni di beneficiari indiretti.

WeWorld è attiva in Italia, Grecia, Siria, Libano, Giordania, Palestina, Libia, Tunisia, Burkina Faso, Benin, Burundi, Kenya, Senegal, Tanzania, Mozambico, Mali, Niger, Bolivia, Brasile, Perù, Nicaragua, Guatemala, Repubblica Dominicana, Haiti, Cuba, India, Nepal, Tailandia, Cambogia.

Bambine, bambini, donne e giovani, attori di cambiamento in ogni comunità sono i protagonisti dei progetti e delle campagne di WeWorld nei seguenti settori di intervento: diritti umani (parità di genere, prevenzione e contrasto della violenza sui bambini e le donne, migrazioni), aiuti umanitari (prevenzione, soccorso e riabilitazione), sicurezza alimentare, acqua, igiene e salute, istruzione ed educazione, sviluppo socio-economico e protezione ambientale, educazione alla cittadinanza globale e volontariato internazionale.

 

Mission

La nostra azione si rivolge soprattutto a bambine, bambini, donne e giovani, attori di cambiamento in ogni comunità per un mondo più giusto e inclusivo.  Aiutiamo le persone a superare l'emergenza e garantiamo una vita degna, opportunità e futuro attraverso programmi di sviluppo umano ed economico (nell'ambito dell'Agenda 2030). 

 

Vision

Vogliamo un mondo migliore in cui tutti, in particolare bambini e donne, abbiano uguali opportunità e diritti, accesso alle risorse, alla salute, all'istruzione e a un lavoro degno.   

Un mondo in cui l'ambiente sia un bene comune rispettato e difeso; in cui la guerra, la violenza e lo sfruttamento siano banditi. Un mondo, terra di tutti, in cui nessuno sia escluso.

 

 

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lunedì 2 marzo 2020

Rapporto "Women in Business 2020" Grant Thornton: a livello globale aumentano le donne CEO, oggi al 20% (rispetto al 15% di un anno fa).


RAPPORTO "WOMEN IN BUSINESS 2020"

 

Grant Thornton: a livello globale rimane costante la presenza femminile nel senior management mentre aumentano le donne CEO, oggi al 20% (rispetto al 15% di un anno fa).

  • In Italia nel 2020 le donne ai vertici aziendali (ruolo di CEO) sono addirittura il 23% (15% nel 2019) e quelle con ruoli nel senior management il 28%.
  • Il nostro Paese è coinvolto attivamente nell'abbattimento degli ostacoli alla parità di genere: la percentuale di aziende senza presenze femminili nel senior management è oggi al 18%. In termini di media mobile triennale siamo al 22% nel 2020 contro il 28% del 2019 e il 34% del 2018.

 

Milano, 2 marzo 2020 - A livello mondiale il 78% delle aziende del Mid-Market è coinvolta attivamente nell'abbattimento degli ostacoli alla parità di genere nelle posizioni di senior management. Questo dato emerge dall'ultimo International Business Report (IBR) - Women in Business 2020 di Grant Thornton International, ricerca effettuata a livello globale che raccoglie le risposte di circa 10.000 leader aziendali in 32 Paesi.

Secondo lo studio, nel 2020 le donne detengono il 29% delle posizioni aziendali di comando, la stessa percentuale registrata nel 2019. Nonostante questa "frenata", le aziende che presentano donne al vertice, nel ruolo di CEO, sono invece aumentate di 5 punti percentuali arrivando a livello globale al 20% nel 2020 rispetto al 15% dell'anno precedente. 

Per quanto riguarda la situazione in Italia, le posizioni di CEO occupate dalle donne nel 2020 hanno raggiunto il 23%, andando dunque oltre il dato medio globale e registrando un importante aumento rispetto al 2019 (15%).

Più in generale, nel nostro Paese, le donne che detengono posizioni di leadership rappresentano oggi il 28%, con un aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2019. Allo stesso tempo risulta in calo la percentuale di aziende senza presenze femminili nel senior management che attualmente si assesta al 18%. In termini di media mobile triennale si registra un andamento positivo: nel 2020 la percentuale è del 22%, contro il 28% del 2019 e il 34% del 2018.

Simonetta La Grutta, Partner e Head of VAT di Bernoni Grant Thornton (allegata una sua foto) commenta: "In Italia si è osservato un apprezzabile incremento della percentuale delle donne in posizione apicale che si attesta al 28% nel 2020 rispetto a un più modesto 24% nel 2019, ponendo il nostro Paese al 12° posto nella classifica mondiale, insieme a Francia e Stati Uniti. Meno soddisfacente, invece, il risultato delle rilevazioni se si guarda al dato medio degli ultimi tre anni che passa dal 28% al 29%. E' mia costante esperienza che Grant Thornton valorizzi in particolar modo al suo interno le professioniste, offrendo loro importanti opportunità di crescita. Ho avuto il privilegio lo scorso anno di frequentare il GT Senior Leadership Program presso Harvard Business School, un programma tailorizzato sulla nostra organizzazione, dedicato ai Transformational Leaders. In quella sede, la presenza femminile è stata pari a circa il 50% e successivamente molte di noi, già con ruoli apicali, sono state chiamate ad incarichi di maggiore responsabilità. Così è stato per me per la funzione People Hub che, tra l'altro, prevede un innovativa politica di diversity, di prossima attuazione."

 

"Per continuare a vedere più donne in posizioni senior" afferma Roberta Cipollini, Director di Ria Grant Thornton – "le politiche aziendali dovranno essere più determinate in questi obiettivi. Le politiche che garantiscono la valorizzazione della diversità di pensiero e di competenza nei tavoli decisionali, le pari opportunità nello sviluppo della carriera, la propensione al reclutamento e allo sviluppo di culture inclusive devono essere applicate e regolarmente rivalutate al fine di poterne misurare l'efficacia via via. Quando ciò si combina con un reale impegno convinto da parte della dirigenza manageriale avviene un vero cambiamento culturale e di trasformazione dell'organizzazione. Ria Grant Thornton da due anni è la società partner tecnico per la rilevazione dei dati di imprese italiane innovative e di multinazionali presenti in Italia che si sottopongo a valutazione da parte del Winning Women Institute per l'ottenimento di un bollino rosa di qualità sulle azioni concrete di valorizzazione del talento e valore femminile in tutte le sue forme e processi interni ed esterni".

 

Nell'ultimo anno si riscontra un aumento di presenze femminili nel senior management grazie anche a una maggior trasparenza nelle organizzazioni, alla rendicontazione del divario retributivo di genere, e al dibattito pubblico originato dal movimento #MeToo. Secondo il report di Grant Thornton è importante continuare a incentivare azioni concrete, volte a eliminare le diversità di genere. Si tratta, infatti, di un cambiamento importante per ogni azienda poiché incoraggia differenti modi di pensare e mostra nuove opportunità di crescita: un atteggiamento fondamentale in un contesto economico mondiale in rapida evoluzione.

 

Highlights della ricerca "WOMEN IN BUSINESS 2020" – IBR Grant Thornton

Dati 2019

·         Il 29% delle posizioni dirigenziali all'interno delle società del mercato medio a livello globale sono coperte da donne

·         L'87% delle imprese ha almeno una donna nel senior management

·         Il 78% delle imprese del mercato medio sta lavorando attivamente al proprio equilibrio di genere. Le iniziative comuni includono:

o   Creare una cultura inclusiva (34%)

o   Garantire la parità di accesso alle opportunità di sviluppo (34%)

o   Abilitazione del lavoro flessibile (31%)

o   Revisione dei processi di reclutamento (26%)

o   Mentoring / coaching (26%)

o   Ricompensa per alti dirigenti legati agli obiettivi (23%)

o   Quote di genere (22%)

o   Allenamento inconscio (21%)

 

Il numero di donne a livello di CEO è aumentato dal 15% nel 2019 al 20% nel 2020, mentre quelle nei ruoli di CFO sono diminuite dal 34% nel 2019 al 30% nel 2020.


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Grant Thornton è la member firm italiana di Grant Thornton International Ltd, network globale che opera da oltre 100 anni, con 56.000 professionisti e in circa 140 Paesi, fornendo servizi di consulenza in area Audit, Tax e Advisory.

Con oltre 500 persone che operano in 24 sedi situate nelle principali città, Grant Thornton in Italia garantisce ai clienti una presenza costante su tutto il territorio, per un migliore e più efficace servizio. Tra i clienti rientrano piccole e medie imprese, società multinazionali, nonché società quotate e imprese familiari, operanti nei principali settori del panorama economico attuale.



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