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venerdì 26 gennaio 2018

Elisabetta Canalis si allena con STRONG by Zumba


Elisabetta Canalis si allena con STRONG by Zumba®, 
il programma ad alta intensità a ritmo di musica

La showgirl italiana trasferita in America si è fatta travolgere dal nuovo programma di fitness non ballato, in cui ogni movimento è perfettamente sincronizzato alla musica


Milano, 26 gennaio 2018 – Un fisico statuario che dimostra pienamente il suo amore per lo sport, una palestra di proprietà con vista mozzafiato su Los Angeles e una grande curiosità per tutte le novità del fitness: non stupisce che Elisabetta Canalis abbia deciso di provare un nuovo tipo di allenamento ad alta intensità. 

STRONG by Zumba® è un programma di allenamento cardio a corpo libero non ballato in cui ogni movimento è perfettamente sincronizzato al ritmo della musica. È possibile provare l'esperienza di STRONG by Zumba grazie a una demo gratuita di 20 minuti disponibile a questo link http://bitly.com/StrongbyZumba.

Per la prima volta nell'industria del fitness, STRONG by Zumba utilizza brani musicali ricavati ad hoc attraverso processi di ingegneria inversa, per farli combaciare a ciascuno dei movimenti previsti dal trainingSi crea così una sessione di allenamento di un'ora, che si concentra sul ritmo, attraverso un'esperienza di fitness di gruppo davvero coinvolgente.

Come si può vedere dal suo profilo Instagram, ancheElisabetta ha voluto provare il nuovo allenamento nella sua palestra di Los Angeles, SkyView, con il master trainer Alex McLean, mostrando a tutti i suoi fan alcuni movimenti in perfetta sincronia con la musica.

Recenti studi hanno dimostrato che muoversi in maniera sincronizzata con la musica permette al corpo di utilizzare l'energia in modo più efficace, distraendo al tempo stesso il soggetto dal dolore e dalla fatica, migliorando l'umore, aumentando la resistenza e contribuendo all'efficienza del metabolismo. 

Chi pratica STRONG by Zumba farà probabilmente più flessioni, squat e affondi durante ogni lezione, raggiungendo così più velocemente i propri obiettivi di fitness e allenamento

"Ciò che differenzia STRONG di Zumba da altri programmi ad alta intensità è la stretta relazione tra la musica e i movimenti. Questo tipo di programma guidato dalla musica è ciò che spinge chi si allena a sfidare i propri limiti: è l'esperienza di fitness di prossima generazione", ha dichiarato Dave SibleyManaging DirectorZumba Fitness, Europe, Russia & India.

Il programma rivoluziona il panorama degli allenamenti ad alta intensità attraverso la musica, grazie anche alla collaborazione con Steve Aoki, tra i più famosi DJ di tutto il mondo. Aoki ha lavorato sodo in studio di registrazione per creare dei beat in esclusiva per il programma di allenamento non ballato e costruito intorno alla musica, concentrandosi sull'innovativo approccio di sincronizzare il suono ai movimenti, con l'obiettivo di dare così agli allievi un'ulteriore motivazione ad andare sempre oltre ai propri limiti, per ottenere risultati migliori.

Trova qui la classe di un'ora più vicina a te: www.strongbyzumba.com


A proposito di Zumba Fitness, LLC
Fondata nel 2001, Zumba è la più grande azienda di fitness al mondo – può contare su oltre 15 milioni di partecipanti a settimana, in 200.000 location, in 186 Paesi. 

Noto come "esercizio travestito", Zumba® unisce i ritmi contagiosi a coreografie facili da eseguire, per un allenamento efficace e completo che si vive come un'occasione di festa più che come un esercizio fisico. 

In aggiunta al suo programma originale Zumba®, l'azienda offre 10 tipologie di specialità Zumba® -- da quella che si esegue in acqua ad altre specificamente studiate per persone meno giovani e per bambini. 

Nel 2016 Zumba ha lanciato il suo primo allenamento HIIT non ballato, chiamato STRONG by Zumba®, che si basa sulla motivazione indotta dalla musica sincronizzata. Il lifestyle Zumba® si completa con la numerosa offerta di prodotti consumer, tra cui DVD, video game, brani originali, abbigliamento sportivo e scarpe, linee di bevande nutrizionali come "Zumba Shake ShakeShake®", ed eventi interattivi come Fitness-Concert™. 

Per ulteriori informazioni sui programmi e sui prodotti Zumba o per trovare un corso, visita zumba.com. Visita il blog ZLife e seguici su FacebookTwitter e Instagram.


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Mutilazioni femminili. Roma, ActionAid: il documentrio "Girls from Earth" ai "Lunedì dell'Apollo 11" - Lunedì 29 gennaio ore 21:00 Centro Aggregativo Apollo 11

Roma, il documentario "Girls from Earth" presentato ai "Lunedì dell'Apollo 11"
in collaborazione con ActionAid
Lunedì 29 gennaio, ore 21.00, Centro Aggregativo Apollo 11
c/o Itis Galilei, ingresso laterale di via Bixio 80/a

Roma, 26 gennaio – Una serata dedicata al problema delle mutilazioni genitali femminili, una pratica che coinvolge ancora oggi più di 200 milioni di ragazze in 30 paesi del mondo. 

In vista del 6 febbraio – Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili, il Centro Aggregativo Apollo 11 ha deciso di presentare, in anteprima romana, il documentario "Girls from Earth", realizzato nel quadro del progetto europeo AFTER - Against Female Genital Mutilation/Cutting Through Empowerment and Rejection, finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell'Unione Europea.

Il progetto AFTER, realizzato a Roma da ActionAid in collaborazione con la Casa delle donne Lucha y Siesta, ha l'obiettivo di lavorare sulla prevenzione e sul contrasto alle mutilazioni genitali femminili fra le donne appartenenti alle comunità migranti presenti sul territorio europeo. 

Il documentario "Girls from Earth" - prodotto durante il progetto, implementato in cinque Stati europei (Italia, Spagna, Belgio, Svezia e Irlanda) - racconta l'amicizia tra una ragazza europea e una coetanea africana che, insieme, iniziano un lungo viaggio fatto di parole, sogni e riscatti. 

Nelle loro conversazioni, le due ragazze si confrontano sul contesto in cui vivono le donne in alcuni villaggi africani, dove le mutilazioni genitali femminili e il matrimonio precoce fanno ancora parte della tradizione. Alcune di queste ragazze, però, decidono di ribellarsi, fuggire e sostenere le donne che non riescono a trovare lo stesso coraggio.

La proiezione sarà accompagnata da un dibattito con interventi di: Cecilia D'Elia, esperta di politiche di genere, prevenzione e contrasto della violenza contro le donne; Emanuela Zuccalà, giornalista freelance, scrittrice e regista specializzata in diritti delle donne; Giulia D'Aguanno, coordinatrice locale del progetto AFTER di ActionAid.


Ingresso con tessera associativa Apollo 11, sottoscrivibile in loco. 
Per prenotazioni: booking@apolloundici.it

Le prenotazioni dovranno essere convertite in ticket d'ingresso presso la biglietteria, almeno 30 minuti prima dell'inizio dell'evento. 
La prenotazione non convertita non dà diritto d'accesso all'evento.

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1943488862635952/
Foto: https://drive.google.com/file/d/1Yz-cdhSxGgdb3p9AgEw3Ohb4VxIW_Hbb/view?usp=sharing



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mercoledì 24 gennaio 2018

Occupazione femminile. Cerved e Fondazione Bellisario: donne ai vertici, per la prima volta nelle società quotate sono più di un terzo del board


Presentata al convegno della Fondazione Bellisario la ricerca Cerved sulla presenza femminile nei ruoli apicali delle aziende nel 2017: laddove è applicabile la legge sulle quote di genere la situazione è migliorata, altrove i passi avanti sono più modesti

Le donne ai vertici delle imprese italiane: per la prima volta nelle società quotate sono più di un terzo del board

Nelle PMI il numero di donne cresce lentamente, soprattutto grazie a fattori demografici. Segnali più incoraggianti dalle aziende con un fatturato di oltre 200 milioni, dove "l'effetto trascinamento" sembra più visibile

Roma, 24 gennaio 2018 - Per la prima volta, nel 2017, le donne che siedono nei board delle società quotate è maggiore di un terzo rispetto al totale dei membri dei Consigli d'Amministrazione. La rappresentanza femminile è cresciuta di 558 unità tra le società quotate in borsa e di 660 tra le controllate pubbliche, in gran parte grazie all'introduzione della legge sulle quote di genere, approvata nel 2011, che impone loro di riservare almeno un terzo dei componenti degli organi di amministrazione e controllo al genere meno rappresentato. 

Sono 162 (70%) le società quotate che ottemperano l'obbligo, tuttavia solo in 26 (11%) il numero supera di almeno un'unità il minimo richiesto: infatti a fine 2017 sono 751 le donne che siedono nei Consigli d'Amministrazione delle 227 società quotate alla Borsa di Milano, pari al 33,5% dei 2.244 membri dei board. Parliamo di un aumento del 9,3% sul 2016 e di un numero quattro volte superiore a quello del 2011. Rimangono marginali invece i casi di donne che ricoprono la carica di Amministratore Delegato (18 a fine 2017, una in più del 2016, pari al 7,9% delle società) o di presidente del Cda (23, due in più del 2016).
Lo evidenzia la ricerca "Le donne ai vertici delle società italiane" condotta da Cerved, primario operatore in Italia nell'analisi del rischio del credito, e presentata oggi nella biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini" nell'ambito di un convegno promosso dalla Fondazione Marisa Bellisario. I dati elaborati da Cerved mostrano che al grande successo avuto dalla legge nel favorire l'aumento della presenza femminile nei board delle società quotate e controllate non è corrisposta un'eguale capacità di produrre un 'effetto trascinamento' sulle altre imprese. Nelle posizioni di vertice delle società che non sono soggette alla legge sulle quote di genere, infatti, la presenza femminile cresce lentamente, in gran parte grazie a fattori demografici, con una maggiore quota mano a mano che le nuove generazioni assumono il comando. Segnali più incoraggianti si osservano nel segmento delle imprese di maggiore dimensione (fatturato oltre 200 milioni), dove le norme sulle società quotate potrebbero aver prodotto effetti indiretti.
"La legge è stata un successo e ha trovato ampia applicazione anche se la crescita dove non ci sono quote rosa è lenta – commenta Marco Nespolo, Amministratore Delegato di Cerved, che ha illustrato la ricerca -. Per avere un risultato profondo nel tessuto economico del Paese e per promuovere una maggiore presenza femminile anche negli spazi non contemplati dalla legge c'è molto da lavorare. Le imprese, ad esempio, possono utilizzare di più e meglio la tecnologia e lo smart working per favorire percorsi di carriera femminili più rapidi".
 "La mia battaglia sulle quote di genere - commenta Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario, promotrice e prima firmataria della legge omonima - ha prodotto un vero e proprio miracolo. A cambiare sono stati prima di tutto i dati, con un numero di donne mai visto nei board, ma anche la cultura e la mentalità. Le imprese hanno potuto apprezzare il contributo femminile e oggi abbiamo board più giovani e competenti. Ma ora dobbiamo andare oltre. Servono più donne nei ruoli esecutivi e, prima che la legge scada, dobbiamo amplificarne l'effetto di contagio sull'intero sistema economico. Avere più donne ai vertici significa traghettare il Paese verso un orizzonte di crescita, benessere, modernità".
La presenza di donne nelle società soggette a norme sulla parità di genere
A partire dal 2011 sono state introdotte in Italia alcune norme per favorire una maggiore presenza di donne, molto al di sotto della media europea, nelle posizioni apicali delle imprese. In particolare, la legge 120/2011 ha individuato come destinatarie di queste norme le società quotate e a partecipazione pubblica, sperando che venissero successivamente imitate anche dalle imprese esentate da vincoli. Per legge, dunque, le società italiane quotate devono riservare al genere meno rappresentato almeno un terzo degli amministratori e dei componenti del collegio sindacale: al primo rinnovo la soglia minima deve essere di un quinto e la norma si applica per tre mandati consecutivi (fino al 2023). Norme analoghe sono in vigore dal 12 febbraio 2013 anche per le società a controllo pubblico. 
Ciò ha fortemente aumentato - in termini sia assoluti sia relativi - la presenza di donne ai vertici delle società quotate, che l'anno scorso per la prima volta nella storia è risultata superiore a un terzo del board. In base ai dati tratti dagli archivi di Cerved, a fine 2017 sono 751 le donne che siedono nei Consigli d'Amministrazione delle 227 società quotate alla Borsa di Milano, pari al 33,5% dei board: il 9,3% in più rispetto al 2016, un numero quattro volte superiore a quello del 2011. Nello stesso periodo, gli uomini nei consigli si sono invece fortemente ridotti, passando da 2.415 a 1.493. Più in  dettaglio, in 3 imprese i board sono completamente maschili, in 2 la quota è inferiore alla soglia del 20% prevista dal primo mandato e in 60 le donne rappresentano una quota compresa tra il 20 e il 33%.
La presenza femminile risulta proporzionalmente più alta all'interno dei Collegi sindacali: sono donne 489 dei 1.215 sindaci (40,2%) ma in 155 società delle 200 che raggiungono la percentuale prevista, il numero di donne è il minimo di legge. Il ruolo di Presidente è ricoperto da 46 donne (20% di tutte le quotate). Le donne presenti negli organi amministrativi e di controllo delle società quotate risultano mediamente più giovani dei loro colleghi uomini e hanno più frequentemente cariche multiple.

La presenza di donne nelle società controllate
Tra il 2014 e il 2017 il numero di donne nei Consigli d'Amministrazione e nei Collegi sindacali (gli organi oggetto delle norme) delle società a controllo pubblico è aumentato di 660 unità, passando dal 18,3% al 30,9%: la presenza femminile si attesta al 26,2% nei Consigli d'Amministrazione delle controllate pubbliche (14,8% nel 2014), al 32,1% nei Collegi sindacali (18,2%) e al 40,5% tra i Sindaci supplenti (24,7%).
L'entrata in vigore del D.P.R. 251/2012 è stata seguita dallo sforzo del legislatore di limitare i costi delle partecipate pubbliche, che "di norma" dovrebbero avere la forma di società con Amministratore unico. Di conseguenza, si è ridotto da 3.954 a 3.154 il numero di controllate che devono rispettare le norme sull'equilibrio di genere (-20%). A questo è corrisposta una forte diminuzione del numero di uomini negli organi collegiali (da 19 a 11 mila), mentre è aumentato da 4.301 a 4.963 il numero di donne. Diversamente dalle società quotate, nel caso delle controllate pubbliche si osserva una forte eterogeneità territoriale nella presenza femminile nei Consigli d'Amministrazione, con molte regioni del Mezzogiorno in cui le donne al vertice occupano meno del 20% delle cariche.
La presenza di donne nelle società che non sono soggette a norme sulla parità di genere
La presenza di donne nei Consigli d'Amministrazione risulta in aumento anche tra le società italiane che non sono oggetto di norme specifiche sulla parità di genere. Questa tendenza è però lenta e sembra riflettere principalmente tendenze demografiche, con una quota femminile maggiore tra gli amministratori più giovani. Nelle grandi società, che partivano da una presenza più bassa, l'incremento risulta più consistente, a indicare che le norme sulle quotate potrebbero aver prodotto effetti indiretti in questo specifico segmento.
Secondo i dati Cerved, se si considerano le principali società non finanziarie italiane che nel corso dell'ultimo decennio hanno realizzato un fatturato superiore a 10 milioni di euro (circa 14.000), risultano donne 9.000 dei 53.000 amministratori (17,2%), appena 2,2 punti percentuali in più del 2012, con una leggera accelerazione rispetto al quinquennio precedente. Le donne crescono sia nelle società con amministratore unico (da 10,9 a 12,2% tra il 2012 e il 2017) sia in quelle che hanno un board collegiale (da 15,2 a 17,4%).
Dati di maggiore dettaglio indicano che le donne sono proporzionalmente più presenti nei board delle PMI, ma la crescita è più forte tra le società di maggiori dimensioni: tra il 2012 e il 2017 la quota femminile nei Consigli d'Amministrazione è infatti cresciuta dal 9,9 al 14,2% nelle aziende che fatturano più di 200 milioni di euro, dal 13,1 al 15,5% in quelle tra 50 e 200 milioni e dal 16,8 al 18,8% in quelle tra 10 e 50 milioni.
Nonostante le tendenze generali positive, tra il 2012 e il 2017 è tornato leggermente a diminuire il numero di società che hanno nel board almeno una donna (da 48,5 a 48,2%), in compenso è cresciuto (da 26,2 a 30,1%) quello in cui le donne sono almeno un terzo dei membri del board. La quota di società che risulterebbero in regola secondo le norme stabilite per le società quotate è quasi raddoppiata tra chi fattura almeno 200 milioni di euro, passando da 12 a 21,5%.
I dati indicano in lenta ma progressiva crescita anche il numero di donne che occupano il ruolo di amministratore delegato: a fine 2017 risultano a capo dell'impresa 1.473 donne, circa il 10% del totale, con un incremento di 133 unità rispetto al 2012. Come nel caso dei componenti dei board, la presenza di donne a capo dell'azienda risulta più frequente nelle imprese di piccole dimensioni, ma la tendenza alla crescita è più pronunciata nelle grandi imprese: sono donne l'11,5% degli ad delle società con ricavi compresi tra 10 e 50 milioni (10,4% nel 2012), l'8,1% di quelle tra 50 e 200 milioni (7,6%) e il 6,3% delle più grandi (3,8%). In generale, le donne che siedono nei board delle società analizzate risultano di due anni più giovani dei loro colleghi uomini (55 contro 57 anni). All'aumentare dell'anzianità degli amministratori diminuisce la quota di donne, che passa dal 27,5% degli under 35 al 15% degli over 55. 

martedì 23 gennaio 2018

Laura Pausini a Vanity Fair: «la follia mi ha salvato la vita»


Milano, 23 gennaio 2018 «Ogni tanto recupero un frammento tv di allora e, riguardandomi, mi sembra di vedere una rincoglionita. Non avevo 14 anni, ne avevo 20. Ero naïf, troppo naïf. Mi intervistò Mentana e mi disse: «“Sei zuccherosa”. Non era un complimento, ma aveva ragione».

Così Laura Pausini, in un’intervista a Vanity Fair che le dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 24 gennaio, racconta il suo prima e il suo dopo. In mezzo, il momento in cui si è impossessata di quello spirito ribelle e vagamente folle che scorre nel sangue della sua famiglia: «Sono una brava ragazza, ma resto un po’ pazza. Siamo un po’ matti, noi Pausini, E quella vena di follia mi ha salvato la vita». 

Dandole la forza di fare di testa sua. Come oggi che decide di uscire con il nuovo disco, Fatti sentire, a marzo, che per la musica è bassa stagione. «Mi dicevano: Esci a Natale. Ma mi sono imposta».

Ha imparato a imporsi, Laura, nel 2001. «L’impatto con il successo era stato devastante. Per molti anni non ero riuscita a essere me stessa. Era tutto gigante e tutto eccessivo, ma io non avevo alcuna voce in capitolo... Mi sentivo una bambolina trascinata qui e là. La svolta accadde in America. Mi ero trasferita lì per qualche mese e venni trattata come quella che non volevo essere e men che mai diventare... Mandai a fare in culo un grande capo delle major Usa e scoprii una parte di me che non conoscevo. La parte della ribellione... E mi rese molto orgogliosa... 

Permettere agli altri di non farmi crescere nel momento in cui era necessario farlo restava una mia precisa colpa, ma dire il primo no fu importantissimo. O reagivo e mi assumevo delle responsabilità, o cadevo per sempre. Scelsi di reagire e da allora sono diventata una decisionista. Prendo tutte le decisioni, quasi sempre in modo drastico. Perché le decisioni non sono mai morbide, le decisioni non possono accontentare tutti».

Laura sa da dove viene quello spirito. «Sono testarda come mia nonna. La madre di mio padre si chiamava Maria. Era la meravigliosa pazza di casa, accoglieva in un giardino grande come un fazzoletto tutti i gatti e i cani randagi del paese, ce l’aveva con gli uomini e non si radeva da quando, dopo quattro anni di matrimonio, suo marito era morto all’improvviso. Non l’aveva assolto per l’abbandono prematuro: “Sono cattivi i maschi, finiscono per lasciarti sempre da sola”...

Con i suoi baffi e il suo volto rugoso, con la sua voce roca, la sua forza straordinaria e il suo grande culone - l’unico della famiglia, che chissà perché, tra tutti i Pausini, ho avuto in sorte soltanto io - nonna Maria sognava di andare al Dancing Pamela, in balera... Stava male ma continuava a radunare animali nel cortile, ad imprecare verso il cielo, ad andare in minigonna sulla pista, e più d’uno pensava fosse immortale. 
Quando arrivò il momento mi chiese la playlist per il suo funerale: Tango delle Capinere e Parlami d’amore Mariù. “La voglio a tutto volume, Laura, che la sentano tutti”. Andò proprio così e Solarolo, con le sue 3500 persone, finì per considerarci come sempre ci aveva considerato: degli eccentrici».

mercoledì 17 gennaio 2018

Modulblok: "Per noi gli ingegneri sono donne e fanno la differenza"



MODULBLOK: PER NOI GLI INGEGNERI SONO DONNE E FANNO LA DIFFERENZA DEL NOSTRO TEAM TECNICO E DI PROGETTAZIONE 

L'azienda di Amaro (Udine) realizza complessi sistemi logistici e di magazzino autoportante. A capo dell'ufficio tecnico una donna ingegnere affiancata da altre tre colleghe. 

L'amministratore Mauro Savio: «la componente femminile e giovane sostiene il nostro punto di vista mai standardizzato e sempre orientato alle soluzioni personalizzate».


Amaro (UD), 17 gennaio 2017.  - E chi lo dice che le donne non posso fare gli ingegneri ed anzi dirigere un team di colleghi maschi?

La prova la offre Modulblok di Amaro (UD) che, nel nutrito team ad alta specializzazione del suo ufficio tecnico, di donne ingegnere ne ha addirittura tre di cui una è una figura di vertice della struttura.


«I nostri modelli di approccio esigono menti giovani e preparate - dichiara Mauro Savio amministratore unico dell'azienda friulana - senza barriere preconcette: lavoriamo sulla personalizzazione del servizio, su punti di vista differenti per affrontare i problemi della realizzazione di magazzini automatizzati autoportanti. La componente femminile nel nostro team di dodici ingegneri c'è sempre stata e addirittura adesso si sta affermando in modo importante».  

Modulblok da oltre quarant'anni lavora alla progettazione e realizzazione di profili metallici per la costruzione di sistemi logistici e di magazzino di grandi dimensioni, con una specializzazione unica in Italia nei prodotti ad alta resistenza sismica. 

Un eccellente esempio di made in Italy performante e tecnologicamente evoluto al punto che, proprio grazie all'apporto di risorse molto qualificate a qualsiasi livello della catena produttiva, l'azienda friulana sta scalando velocemente la classifica mondiale del settore. 

«Abbiamo chiuso il 2017 con un portafoglio ordini di 35 milioni di euro» conferma Mauro Savio. «Nell'ultimo anno, anche grazie delle agevolazioni consentite dall'iperammortamento, siamo cresciuti molto sul suolo nazionale. Ma la nostra realtà è molto conosciuta a livello internazionale con commesse importanti in tutta Europa e nel resto del mondo». 

Questa crescita (nel 2016 il fatturato dell'azienda era a 21 milioni di euro) porta con se la necessità di aumentare le risorse: «nel corso del 2018 - continua Savio - stabilizzeremo almeno 30 risorse, tutti giovani, che in questo momento lavorano con noi con contratti  a tempo determinato. Anche in queste nuove acquisizioni la componente femminile è decisamente presente, a tutti i livelli». 

sito Biovalene
Fin dalla fondazione nel 1976, Modulblok si è specializzata nella realizzazione di sistemi di immagazzinamento e logistica ad altissima risposta per il rischio sismico: la sismoresistenza dei prodotti Modulblok è garantita dagli alti standard di ricerca avanzata e dalla progettazione strutturale di alto livello che portano allo sviluppo di prodotti innovativi nel rispetto dei più severi e aggiornati standard qualitativi. 

Modulblok non limita la propria attività di ricerca  a quanto prescritto dalle norme ma, grazie alla stretta e costante collaborazione con una rete di Università italiane e internazionali, opera anticipando ciò che diventerà futura pratica progettuale, con particolare riguardo  alla sicurezza delle scaffalature in zona sismica.

domenica 14 gennaio 2018

ActionAid e Camaieu insieme per l’indipendenza economica delle donne che hanno subito violenza

Per tutto il periodo dei saldi invernali, negli store Camaieu di tutta Italia sarà possibile sostenere il progetto Donne: identità al lavoro


14 gennaio 2018 – Ha preso il via in occasione dei saldi invernali l'importante collaborazione fra il marchio d'abbigliamento francese Camaieu e ActionAid in favore dei diritti delle donne. Dall'8 gennaio, infatti, in tutti i negozi Camaieu d'Italia, è possibile supportare il progetto Donne: identità al lavoro, scegliendo di arrotondare in eccesso alla cassa il totale della propria spesa e di donare ad ActionAid.

Donne: identità al lavoro sarà realizzato a Milano a partire da marzo e coinvolgerà circa 20 donne che hanno subito violenza: l'obiettivo del progetto è infatti quello di promuoverne l'indipendenza economica, dando loro l'opportunità di entrare nel mondo del lavoro, formarsi e raggiungere la propria autonomia.

"Siamo molto contenti che Camaieu abbia deciso di sostenerci nell'avvio di questo importante progetto – ha dichiarato Beatrice Costa Responsabile del Dipartimento Programmi di ActionAid Italia – Ci auguriamo che tutti i clienti che entreranno negli store Camaieu nei prossimi giorni, vorranno unirsi a noi in questa iniziativa, scegliendo di supportare questo percorso che consentirà alle donne coinvolte di riprendere in mano la propria vita lavorativa".

Da quanto emerge dal rapporto di ActionAid "Una via d'uscita dalla violenza. Politiche e pratiche per promuovere l'indipendenza economica delle donne" realizzato nell'ambito del Progetto Europeo WE G0! (Women Economic-independence & Growth Opportunity)[1], l'82,5%[2] delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza ha un basso livello di indipendenza economica, contro il 17,5% che è economicamente indipendente. Il 40,9% delle donne che ha subito violenza lavora, mentre il 59,1% non ha un'occupazione. Il 73,7% ha figli a carico e solo il 13,3% vive in una casa propria, contro il 14,8% che ne condivide la proprietà con il marito/partner. L'indipendenza economica si rivela dunque un fattore decisivo per uscire da situazioni di violenza domestica.

Le protagoniste di Donne: identità al lavoro seguiranno dei percorsi di empowerment finalizzati a far emergere i propri talenti e risorse e a rafforzare la propria autostima. Parallelamente, le partecipanti seguiranno  degli incontri di orientamento lavorativo per favorire la ricerca attiva del lavoro, ricevendo informazioni sul funzionamento generale del mercato del lavoro, sui canali da attivare, su come affrontare un colloquio e preparare un buon curriculum vitae. 

Sono previsti anche dei corsi di formazione specifica e l'attivazione di alcuni percorsi di tirocinio. Fra le aziende che offriranno questa possibilità alle partecipanti, figura anche Camaieu, che ha deciso di sostenere il progetto sin dal principio, attraverso l'iniziativa che avrà luogo nei suoi negozi durante i saldi invernali.

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[1] http://www.wegoproject.eu

[2] Lo studio ha coinvolto 552 donne assistite dai centri antiviolenza (CAV) partecipanti al progetto in quattro Paesi europei:  Bulgaria (1 centro), Grecia (6), Italia (3) e Spagna (2).




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domenica 7 gennaio 2018

Chirurgia plastica, l'intervento per rifarsi il naso diventa smart

Chirurgia plastica, l'intervento per rifarsi il naso diventa smart

Campi elettromagnetici, niente tamponi e tempi di recupero ridotti: ecco 9 cose da sapere sulla smart-rinoplastica

È uno degli interventi di chirurgia estetica più eseguiti, negli ultimi tempi sempre più richiesto grazie ad alcuni miglioramenti introdotti: è la rinoplastica, l'operazione di rimodellamento del naso che può essere eseguita in versione "smart".

"Molti pazienti decidono di operarsi al naso per ragioni estetiche, altri per ragioni funzionali, altri ancora per entrambi i fattori: - dice Pierfrancesco Bove, chirurgo estetico socio della Federazione Italiana Medici Estetici con studi a Milano, Roma, Napoli, Lecce e Salerno -. La smart-rinoplastica mette in pratica tutti gli accorgimenti necessari per ottenere un ottimo risultato estetico senza soffrire". Ecco le cose da sapere sulla smart-rinoplastica:

1)    Accurata visita pre-operatoria. "La visita è fondamentale per comprendere le aspettative dei pazienti e il risultato desiderato – afferma Bove -. Bisogna eseguire una TAC per evidenziare il difetto da correggere, sia che si tratti di deformazioni estetiche, congenite o causate da incidenti o traumi, sia che siano presenti problemi respiratori come setto deviato e turbinati ipertrofici che costringono il paziente a respirare a bocca aperta".

2)    Il candidato ideale. Il naso ha un ruolo importantissimo nell'armonia totale del volto. "La rinoplastica rimodella un dorso prominente o una punta troppo larga: con piccoli ritocchi si può ritrovare un aspetto gradevole e armonioso. Inoltre, si possono risolvere problemi funzionali di natura respiratoria" spiega ancora Bove.

3)    L'intervento. "La rinoplastica rimodella la struttura ossea e cartilaginea del naso alla quale poi si adatterà, senza subire alcun tipo di cambiamento, la cute sovrastante" afferma il chirurgo plastico. L'operazione si esegue in anestesia locale o totale, secondo il tipo di intervento, e dura da 45 minuti a 2 ore.

4)    Niente più tamponi. "I tamponi, utilizzati per fermare il sanguinamento, non hanno certo una buona fama e, anzi, sono uno degli aspetti più temuti – dice Bove -. Oggi non servono più: con la smart-rinoplastica si usano garze iodoformiche che possono essere rimosse dopo 24/48 ore in modo del tutto indolore".

5)    Post-operatorio. Il post-operatorio è considerato, erroneamente, l'aspetto più critico del rifacimento del naso: "Basta rivolgersi al chirurgo giusto e utilizzare alcuni accorgimenti per renderlo meno traumatico – afferma Bove -. Dopo l'intervento si applica sul dorso del naso una medicazione rigida in silicone, molto più confortevole dei gessetti utilizzati fino a qualche tempo fa, che bisogna tenere per solo 4 giorni. Quindi si usano semplici cerotti chirurgici per altri 6 giorni".

6)    I campi elettromagnetici. Si utilizza un dispositivo medico che, grazie a un campo elettromagnetico pulsato, aiuta la guarigione delle cellule danneggiate. "Dopo l'intervento di smart-rinoplastica si applica un apparecchio che permette una guarigione più rapida e indolore grazie ai campi elettromagnetici. L'utilità di questi ultimi è testata da decenni, ma solo da poco si dispone di apparecchi miniaturizzati che li rendono disponibili ai pazienti anche durante la terapia domiciliare" spiega il chirurgo plastico.

7)    Nessun dolore. Contrariamente a quanto si pensa, la smart-rinoplastica è un intervento indolore. "L'unico fastidio potrebbe essere la comparsa di edemi o lividi, comunque molto ridotti, sul naso o attorno agli occhi. Un consiglio è dormire in posizione semi-seduta nelle due notti successive all'intervento, applicando ghiaccio sulla parte operata, per limitarne la comparsa. La ripresa è comunque lampo, anche se per vedere il risultato definitivo del proprio naso bisognerà attendere qualche mese" aggiunge Bove.

8)    Quando operarsi. L'inverno è la stagione preferita per chi si sottopone a rinoplastica: "Non esistono particolari controindicazioni per operarsi al naso in qualsiasi periodo dell'anno, tuttavia molti approfittano dei mesi freddi in quanto nei giorni successivi all'intervento è sconsigliata l'esposizione prolungata al sole per evitare problemi di cicatrizzazione" dice Bove.

9)    Niente più selfie con mano davanti al viso. "Molti pazienti mi mandano le foto che si scattano dopo l'intervento: alcuni mi hanno confessato che prima pubblicavano sui social solo immagini in cui coprivano il naso, ora invece sorridono felici senza più nascondersi" conclude il dottor Bove.




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venerdì 5 gennaio 2018

Saldi da favola per Land of Fashion: i primi numeri di Valdichiana Outlet Village confermano il trend positivo di questi mesi invernali


+ 20% di visitatori nel primo giorno dei saldi

Continua la favola moderna proposta fra le vie dello shopping di Land of Fashion. I Village di Franciacorta, Valdichiana, Puglia, Mantova e Palmanova, hanno dato il via alle settimane dedicate ai saldi con sconti sul prezzo outlet fino al 70%, che già dalle primissime ore hanno fatto registrare numeri importanti sul fronte dei visitatori.

Valdichiana Outlet Village, nel primo giorno di questi saldi invernali 2018, ha fatto registrare un incremento di visitatori del 20% rispetto all'avvio dei saldi dello scorso anno.

"Siamo molto soddisfatti della partenza dei saldi, che confermano il trend positivo della Land of Fashion", dichiara Riccardo Lucchetti, Center manager di Valdichiana Outlet Village. "Certamente è prematuro tracciare un bilancio definitivo, ma i numeri registrati fin dal primo giorno, confermano da un lato la grande attesa, da parte dei consumatori, per questo periodo di ulteriore risparmio, dall'altro la qualità e la varietà dell'offerta della Land of Fashion".

Per quanto riguarda le tendenze d'acquisto, i punti vendita più frequentati in questo primo giorno di saldi sono quelli dell'abbigliamento donna e accessori, grazie anche alla presenza di nuovi brand quali Save my Bag, Fedon, Italia Independent, Stroili, Kocca e Cristina Effe

 Anche l'abbigliamento uomo e lo sportswear stanno riscuotendo grande interesse, grazie alla presenza dei nuovi negozi Reporter, John Barritt, Désirée, Under Armour, Diadora, CMP ed i tanti punti vendita che hanno rinnovato la loro immagine come Adidas, K-Way e Levi's.

"Anche per chi a Natale ha ricevuto in dono la nostra Gift Card Land of Fashion – suggerisce Lucchetti - ecco che queste settimane possono diventare il momento migliore per dare il "fit" personale al proprio regalo".


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