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L'informazione al Femminile

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giovedì 27 febbraio 2020

8 MARZO: FESTEGGIA IN GIALLO CON GIOSEPPO WOMAN



 
8 MARZO: MIMOSE? SI', MA INSIEME ALLE SCARPE GIOSEPPO
 
La Festa della Donna è l'occasione giusta per celebrare tutte le donne e regalare (ma anche regalarsi) qualcosa di speciale.
 
La mimosa, simbolo di questa giornata piena di significato, è ormai diventata un cliché, ma mai come quest'anno il giallo torna ad essere il protagonista della stagione Primavera Estate: allegro, luminoso, frizzante, il colore perfetto per anticipare l'arrivo della primavera... e quindi perchè non indossarlo?
 
Quest'anno la collezione Gioseppo Woman SS2020 propone tantissimi modelli con questa tonalità: sandali, ballerine, zeppe e ciabatte dal total yellow ai dettagli color limone adatti a tutti i gusti e le personalità.
 
In vista della Festa della Donna accendi il tuo look e scegli la collezione Gioseppo Woman! 
 
 




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Festa della donna: Gil Cagné sostiene il progetto "Estetica dell'anima"

In occasione della Festa della DonnGil Cagné dona il 30% del profitto a Oncoestetica

Gil Cagné: non solo make up

 

 

Febbraio 2020Per celebrare la Giornata internazionale della donnaGil Cagné, lo storico brand di make up attento alla cura della pelle e cruelty free, ha deciso di devolvere il 30% delle vendite del proprio e-commerce, dal 2 all'8 di Marzo, all'associazione Oncoestetica per il progetto "Estetica dell'anima".

 

"Estetica dell'Anima" è un progetto di solidarietà, offerto dal Club Rotary Antropos, volto al benessere psicofisico dei malati oncologiciin cura presso l'Ospedale San Camillo di Roma.

 

"Il servizio solidale e gratuito di Oncoestetica è sostenuto da professionisti affermati e riconosciuti nel campo della medicina e non solo" commenta il Prof. Garelli, Presidente del club "Rotary Antropos" e dell'associazione Oncoestetica, che aggiunge: "Questa attività garantisce ai soggetti malati di poter disporre di ogni prestazione non ricompresa in ambito al SSN in generale e al SSR nel particolare, non ultimo la possibilità d'utilizzo di una parrucca." Il progetto prevede un programma settimanale che andrà a comprendere appuntamenti con estetisti, parrucchieri, medici estetici, fisiatri, riflessologi plantari, nutrizionisti, corsi di trucco, consulenti moda.

 

Antonella Marcìa, Responsabile marketing Baldan Group, aggiunge: "Qui in Gil Cagné crediamo che la bellezza vada spesso a pari passo con il benessere delle persone. Per questo motivo, quando realizziamo i nostri prodotti non intendiamo creare semplici linee di make up. Tutti i prodotti Gil Cagné, infatti, hanno in realtà una doppia funzione; non sono semplici trucchi ma, grazie all'altissima qualità e ricerca degli ingredienti, si prendono anche cura della pelle. Siamo dunque orgogliosi di sostenere il progetto Estetica dell'Anima e fare la nostra piccola parte per aiutare chi ha bisogno."

 

È possibile acquistare i prodotti Gil Cagné al seguente linkhttps://gilcagne.it/

Per ogni acquisto effettuato dal 2 all'8 di Marzo, Gil Cagné donerà il 30% dei profitti all'associazione Oncoestetica per il progetto "Estetica dell'Anima".

 

 


 

GIL CAGNÉ

Il brand di make up Gil Cagné, attento alla cura della pelle e cruelty free, è un brand storico usato da sempre dai professionisti del settore per truccare le più grandi star e le donne più belle del mondo e offre prodotti e strumenti di altissima qualità. Ad oggi intendiamo farci conoscere sempre di più, anche dai più giovani!

 

BALDAN GROUP

Nato nel 1981 dall'idea imprenditoriale di Antonio Baldan, Baldan Group è oggi leader in Italia nel settore beauty-wellness fornendo un servizio completo e personalizzato a oltre 6.000 istituti di estetica e circa 2.500 farmacie. Un centro di ricerca d'eccellenza e 6 brand di fama internazionale di proprietà -Gil Cagné, Jean Klébert, Centro Mességué, Epil Specialist, La Tua FarmaSPA e Medical Division- permettono all'azienda di proporre soluzioni innovative in grado di supportare e soddisfare il cliente a 360°. Il Gruppo offre anche servizi di formazione attraverso la BG Academy, oltre che di supporto al marketing. Il Gruppo Baldan vanta un team di circa 200 professionisti con know-how specifici e dal 2016 conta su una presenza internazionale in UK, Svizzera, Belgio, Olanda, Germania, Slovenia, Spagna, Repubblica Ceca, Austria, Romania, Russia, Ucraina, Polonia, Arabia Saudita, Qwait, Hong Kong, Messico e Colombia.



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mercoledì 26 febbraio 2020

Donne in armi? Per i ragazzi è normale Possono svolgere stessi incarichi dei militari uomini

Donne in armi? Per i ragazzi è normale
Possono svolgere stessi incarichi dei militari uomini

ROMA – Sono passati 20 anni dalla legge 380 del 1999 che ha aperto anche alle donne l'accesso alle forze armate. Un tempo non sufficiente per eliminare del tutto gli stereotipi legati alle donne in uniforme, ma abbastanza perché il fenomeno sia ritenuto normale dalle giovani generazioni. L'agenzia di stampa Dire ha intervistato ragazzi e ragazze in tutta Italia per capire quale sia il loro rapporto con le Forze Armate e se percepiscano ancora differenze tra uomini e donne in divisa.
Se gli studenti sono divisi sulla possibilità di entrare nelle forze armate (alcuni si dicono interessati, altri pensano di non essere abbastanza coraggiosi per arruolarsi), sono tutti d'accordo, invece, sul fatto che donne e uomini possano svolgere gli stessi incarichi militari. "Bisogna superare il pensiero che la donna può fare solo determinati lavori", commenta una ragazza di Napoli, ma anche i ragazzi sono della stessa opinione: "In alcune missioni internazionali tante donne sono impiegate e svolgono un ottimo lavoro, al pari dei colleghi maschi", dice uno studente di Milano.
La presenza di donne in divisa, quindi, sembra piuttosto normale per i giovani di oggi, che dicono di "non farci neanche più caso". Ma la situazione cambia se si considerano le opinioni dei meno giovani: per gli intervistati, infatti, sono loro a covare ancora tabù e pregiudizi. "Si pensa ancora alla donna come più debole rispetto all'uomo", affermano alcune ragazze di Bologna, mentre alcuni studenti fanno notare che questi stereotipi "esistono, ma sono molto inferiori rispetto al passato", e sono presenti soprattutto "nelle persone con la mente più chiusa""non tra noi giovani", aggiungono due ragazzi di Roma. Per gli studenti e le studentesse, quindi, non ci sono dubbi: "una donna può diventare generale, e anche di più". Per questa volta, genitori e nonni hanno qualcosa da imparare.


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IN OCCASIONE DELL'INTERNATIONAL WOMEN'S DAY AVON INVITA TUTTE LE DONNE AD ESPRIMERSI LIBERAMENTE CON LA NUOVA CAMPAGNA #SPEAKOUT


IN OCCASIONE DELL'INTERNATIONAL WOMEN'S DAY

AVON INVITA TUTTE LE DONNE AD ESPRIMERSI LIBERAMENTE

CON LA NUOVA CAMPAGNA #SPEAKOUT

 

 

·       La campagna #SpeakOut esorta tutte le donne a combattere il linguaggio stereotipato ed offensivo di cui troppo spesso sono bersaglio e le invita ad essere orgogliose, libere di esprimersi e condividere le proprie storie

 

·       Avon si impegna a donare 10 milioni di dollari per sostenere le problematiche delle donne in tutto il mondo

 

 

 

Turate (CO), 26 febbraio 2020 Avon Cosmetics, azienda leader mondiale nel settore beauty nel canale della vendita diretta di prodotti cosmetici, parte del gruppo Natura &Co, da sempre in prima linea per l'empowerment femminile, ha lanciato la campagna #SpeakOut per invitare tutte le donne ad esprimersi per mettere fine alle parole inappropriate e le frasi che mettono a tacere la voce femminile.

Lanciata in occasione dell'International Women's Day, l'8 marzo, la campagna risponde alla crescente disparità fra i generi, che secondo il report 2020 del World Economic Forum continuerà per i prossimi 99,5 anni.

Grazie alla relazione con le milioni di Consulenti in tutto il mondo, Avon ha potuto scoprire tutte le parole e le accuse in diverse lingue e culture che vengono utilizzate per descrivere, criticare, discriminare e stereotipare negativamente le donne, come ad esempio il termine "Lippy" in inglese, "Vorlaut" in tedesco oppure "Mandona" in spagnolo, per citare solo alcuni esempi di termini negativi.

 

La campagna #SpeakOut di Avon durerà per tutto il 2020 e si presenta come un invito globale a condividere storie, parole e discriminazioni attraverso un selfie accompagnato dall'hashtag #SpeakOut sui propri Social Network. Avon raccoglierà poi tutto il materiale condiviso per creare una gallery per celebrare e supportare tutte le donne del mondo. 

 

"Avon sostiene le donne da oltre 130 anni", afferma Angela Cretu, CEO di Avon. "Per Avon, ogni giorno è l'8 marzo, ma in occasione dell'International Women's Day vogliamo invitare tutta la popolazione del mondo ad unirsi a noi per sconfiggere le barriere che impediscono e potrebbero impedire alle donne di esprimersi liberamente. L'International Women's Day è anche un momento per celebrare le donne e noi condivideremo le storie di donne ispiratrici provenienti da ogni estrazione sociale e ogni parte del mondo".

 

La campagna si concluderà a novembre con l'assegnazione dei primi Avon #SpeakOut Awards che riconosceranno le persone e le organizzazioni che hanno aiutato le donne a trovare la propria voce o hanno condiviso le storie di coloro che non sono in grado di poter parlare apertamente.

 

E sempre con il desiderio di voler raccontare storie personali, Avon ha costruito un progetto che coinvolgesse direttamente le proprie Consulenti: #HERSTORY è la campagna che racconta in prima linea le storie di successo, frutto di costante impegno, delle consulenti Avon. Essere una Consulente non è solo un impiego: dà la possibilità di costruire una vera a propria carriera indipendente, dando spazio alla voce femminile ed alla libertà di espressione. #HERSTORY rappresenta le storie di vere Donne che hanno lottato contro ogni pregiudizio e hanno superato ostacoli per diventare fonte di ispirazione per tutti, perché il femminismo è per tutti.

Tre Consulenti Avon Leader Italiane, testimonial di HERSTORY, commentano:

"Sono convinta che si possa raggiungere ogni obiettivo se si crede in se stessi" – Eleonora Reho

"Offrire il meglio alla mia famiglia facendo ciò che amo è una soddisfazione unica" – Mena Castaldo

" Le sfide della vita mi hanno insegnato ad essere forte e a traferire la mia forza agli altri" – Maria Damanti

 

 

 

La campagna, oltre al significato a supporto delle donne, racchiude un set composto da una fragranza dalle dolci note olfattive e da un rossetto rosso 100% mat. Il rossetto rosso è l'emblema della femminilità, ma rappresenta al contempo anche uno strumento che possa risaltare al massimo le labbra che possono dare voce a tutte le donne del mondo.  

 

 

DA SEMPRE A SOSTENGO DELLE DONNE


Avon è da sempre in prima linea a supporto delle donne. Proprio quest'anno l'azienda si è impegnata a donare 10 milioni di dollari a supporto di importanti cause globali, come l'istruzione, la violenza, la violenza di genere e il cancro al seno. La donazione è stata costruita sulla base di un impegno di lunga data per aiutare e sostenere le donne a condurre una vita sana e sicura. Avon e Avon Foundation ad oggi hanno donato oltre 1 miliardo di dollari a supporto delle organizzazioni non governative di tutto il mondo. 

 

Nel 2019 Avon ha inoltre lanciato #Stand4Her, il programma globale decennale  che  ha come obiettivo quello di aiutare ben 100 milioni di Donne offrendo un'opportunità di guadagno, promuovendo la libertà di espressione e una vita sana e sicura.  Una delle prime iniziative di questo piano decennale di Avon è stata l'Avon Academy, che forma 500.000 Consulenti Avon ogni mese, dando così - a più Donne in tutto il mondo - la possibilità di diventare vere e proprie imprenditrici di se stesse, attraverso un'attività indipendente e un'opportunità di guadagno flessibile e compatibile con qualsiasi stile di vita.


ABOUT AVON PRODUCTS INC.

Da 130 anni Avon accoglie e soddisfa le esigenze delle donne di tutto il mondo: fornire prodotti di bellezza innovativi e di qualità venduti principalmente alle donne, attraverso le donne. Milioni di Presentatrici in tutto il mondo vendono brand Avon come Avon True, mark. e ANEW grazie ai social network e ad un'attività indipendente flessibile e compatibile con qualsiasi stile di vita.  Avon, che sostiene l'empowerment femminile, l'imprenditorialità e la soddisfazione personale, ha donato oltre 1 miliardo $ in cause che riguardano il mondo femminile attraverso Avon e la Avon Foundation.



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HARRY E MEGHAN: DOPO IL VETO DELLA REGINA, QUALE SARÀ IL FUTURO DEL BRAND DEGLI ORMAI EX SUSSEX ROYAL?

HARRY E MEGHAN: DOPO IL VETO DELLA REGINA, QUALE SARÀ IL FUTURO DEL BRAND DEGLI ORMAI EX SUSSEX ROYAL?

Nelle intenzioni di Harry e Meghan, il brand Sussex Royal doveva aprire la strada a uno sfavillante futuro in America. Ma la regina Elisabetta vieta lo sfruttamento del titolo e ora la strategia è tutta da rifare. Le possibili evoluzioni del brand secondo Gianluca Lo Stimolo, fondatore e CEO di Stand Out Agency

 

Milano, 26 febbraio 2020 A un mese dall'ufficializzazione del divorzio fra la Casa Reale inglese e gli ormai ex Duchi del Sussex Harry e Meghan, la Regina sfodera la sua ultima mossa e dà scacco matto ai due ribelli. La sovrana ha infatti vietato al nipote e alla consorte di utilizzare il brand 'Sussex Royal' e la motivazione è molto semplice: i due non possono 'vendersi' come Reali, avendo rinunciato a ogni ruolo come tali. A nessuno, a maggior motivo a coloro che non ne sono membri, è concesso di sfruttare il marchio della Famiglia Reale per trarne un vantaggio economico. Secondo le indiscrezioni riportate da persone a lei vicine, Meghan avrebbe reagito stizzita, sottolineando che "questo non è un problema", "il successo è garantito con o senza il nome del brand" e che, nonostante tutto, "nelle vene di Harry e Archie scorre sangue reale che nessuno potrà portare via". Intanto, il loro portavoce ha già chiarito in via ufficiale che a partire dal 1° aprile nessuna comunicazione conterrà il tanto contestato 'Sussex Royal'. L'opinione pubblica è schierata al fianco di Sua Maestà, mentre non mancano battute sui Sussex che ora dovranno trovare un nuovo brand. E qualcuno ironizza: "Il marchio H&M è già stato preso", sottolineando la somiglianza del logo.

Ma quali saranno ora le conseguenze per la coppia, che all'indomani del primo comunicato sull'addio a Buckingham Palace era già online con il sito SussexRoyal.com e aveva provveduto a registrarlo per l'uso su un centinaio di prodotti diversi, dai libri alle magliette, dalle riviste alle campagne di beneficenza?

Cosa dovranno inventarsi ora Harry e Meghan per superare indenni questo momento di transizione e approdare felicemente alla loro nuova vita, totalmente distaccata da quella della Famiglia Windsor?

"Ciò che dovranno fronteggiare ora Harry e Meghan non è un vero e proprio rebranding, perché il loro potere deriva dall'aver spinto sin da subito sul concetto di power couple – spiega Gianluca Lo Stimolo, fondatore e CEO di Stand Out Agency, la prima agenzia in Italia specializzata in servizi integrati di Personal Branding . La gente conosce Harry e Meghan molto più del brand Sussex Royal. Non dimentichiamo poi che i valori trasmessi dal brand 'corporativo' sono i valori propri e individuali dei due, e che la forza intrinseca dei due nomi sorpassa di gran lunga qualsiasi naming o marchio i due avessero o avranno in futuro".

Di fatto, con il loro modus operandi, Harry e Meghan hanno dato una grande lezione a tutti coloro che hanno un'azienda, un marchio, o che guidano un'attività. Come? Costruendo la loro immagine a prescindere dal marchio, cosa che gli imprenditori spesso si dimenticano di fare, spesso spendendo tantissimo nella creazione del brand dell'azienda ma non lavorando sul proprio. "Invece – prosegue Lo Stimolo – creare un proprio brand personale forte di fianco a quello aziendale conferisce solidità a qualsiasi imprenditore. Se in momento qualunque si trovasse a dover ripartire, infatti, potrà contare su una reputazione personale solida e sui valori che ha fatto suoi nel tempo e che ha fatto confluire nel brand aziendale".

Tornando a Harry e Meghan, possiamo affermare che la loro posizione ne esce ulteriormente  rafforzata: "Harry e Meghan sono sempre stati visti come la coppia di rottura, che ha scelto la libertà ribellandosi ai vincoli imposti dalla Casa Reale. Lui è sempre stato il più insofferente nei confronti dei doveri reali; lei, per le sue 'caratteristiche' intrinseche, rappresenta di per sé un emblema di emancipazione e mostra una distanza siderale rispetto ai canoni degli altri membri della famiglia reale". Per riassumere, i coniugi erano già un emblema di libertà e l'hanno ribadito mediante il clamoroso "strappo" con la Casa Reale. Ed è difficile restare indifferenti a un valore che per qualsiasi essere umano è tra i più ambiti e preziosi.

Fermo restando che si trovano in una posizione assolutamente favorevole, quindi, cosa dovrebbero fare ora Harry e Meghan? Secondo Gianluca Lo Stimolo, all'orizzonte ci sono diverse possibili strategie:

1.        Dare ancora più rilevanza al proprio brand personale tornando a ciò che sono sempre stati, cioè solo Harry e Meghan.

2.       Lanciare un nuovo brand che sia fortemente legato ai loro due nomi e che quindi li metta ancor più in prima linea.

3.        Porsi in totale contrapposizione rispetto alla Casa Reale, coniando un brand come Ex Royal, Almost Royal, Free Kingdom; in sintesi, un naming che rivendichi con orgoglio la loro scelta di campo. Da un lato questa svolta creerebbe un legame ancora più forte con i follower; dall'altro lato è pur sempre una strada estrema, che si tradurrebbe in una rottura irreparabile con la monarchia – che per Harry corrisponde alla famiglia. "Questa strada è la meno probabile perché comporterebbe un rischio notevole", sottolinea però Lo Stimolo.

Se la decisione cadrà sul rebranding, ricorda Lo Stimolo, sarà indispensabile sostenerlo con argomentazioni solide. Ben lungi dall'essere un semplice rinnovamento del nome, infatti, con questo termine si fa riferimento a un processo di marketing che va affrontato rispondendo ad alcune domande ben precise:

1.        Qual è la nuova identità che si vuole comunicare?

2.        Cosa si rappresenta? Quali sono i valori che si portano avanti rispetto al brand precedente?

3.        Come si è evoluta la storia precedente? È fondamentale infatti "unire i puntini" per evitare di creare uno stacco troppo netto rispetto al passato, che disorienterebbe il pubblico.

4.        A quale pubblico ci si rivolge?

5.        Cosa si intende offrire a questo pubblico? Un fattore che, in realtà, non era ancora stato pienamente chiarito nemmeno in merito al titolo di Sussex Royal.

"Se dalle risposte a queste domande emerge la necessità di costruire un altro brand, bisogna iniziare a ragionare su un naming che rappresenti al meglio la nuova identità e su elementi grafici e visivi che comunichino in modo chiaro i suoi valori". Ma, ripete Lo Stimolo, non è detto che questa sia la strada obbligata. "Se Harry e Meghan decideranno di puntare tutto sulla coppia, la costruzione di un nuovo brand diventerà superflua. Ormai ci sono diversi precedenti illustri: Brad Pitt e Angelina Jolie (i Brangelina), Barack e Michelle Obama, David e Victoria Beckham, Beyoncé e Jay Z, Bill e Melinda Gates, George e Armal Clooney. Le power couple sono moderne, dinamiche e soprattutto paritetiche, perché al loro interno non esistono gerarchie né ruoli prettamente 'maschili' o 'femminili'. Mi piace pensare che questo sia uno dei motivi del loro successo". 



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FEDEZ INDOSSA I NUOVI BOXER INTIMISSIMI UOMO


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FEDEZ INDOSSA I NUOVI BOXER INTIMISSIMI UOMO

 

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Il logo a vista nell'underwear è un trend senza tempo e Intimissimi Uomo per il rilancio di questo grande must realizza un nuovo boxer dalla grafica bold e impattante.


Un capo basic e trasversale che acquista personalità tramite questo nuovo dettaglio.

 

Intimissimi Uomo lo celebra attraverso uno degli artisti italiani piu' amati: Fedez.

 

Il cantante e produttore è infatti uno dei volti del brand, un digital ambassador scelto per la sua personalità forte e intraprendente, capace di rappresentare e veicolare i valori del marchio di underwear maschile.



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giovedì 20 febbraio 2020

Bellezza. Medicina estetica, un filler non vale l'altro: "Complicanze in aumento"

Medicina estetica, un filler non vale l'altro: "Complicanze in aumento"

Anche se molto rari, gli effetti collaterali sono possibili: "Tra le cause, la scarsa preparazione dei medici. In caso di effetti avversi, intervenire subito è determinante, ma la legislazione non aiuta" dice il professor Raffaele Rauso, vicepresidente FIME (Federazione Italiana Medici Estetici), che lavora a Napoli nel primo ambulatorio pubblico per curare i danni da filler e ha pubblicato nuovi studi scientifici sull'argomento

Si iniettano nel volto per attenuare i segni del tempo, modellare nasi o ridefinire i contorni del viso: durano qualche mese, a volte anni, e poi sono riassorbiti dal corpo. Sono i filler, uno degli interventi di medicina estetica più praticati in Italia e nel mondo, ma anche uno dei settori in cui le regole sono confuse e spesso contradditorie, lasciando il campo aperto a medici poco preparati e ad effetti collaterali che rischiano di essere cronici e invalidanti: "Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito a una innovazione bilaterale: abbiamo imparato a comprendere più a fondo i fenomeni legati all'invecchiamento, in particolare modo per ciò che concerne il rimodellamento scheletrico facciale. Contemporaneamente, sono migliorati e aumentati i filler, con caratteristiche fisiche diverse, per poter infiltrare non più solo le rughe superficiali della pelle, ma i diversi strati del volto, dal più profondo al più superficiale, proprio per garantire un risultato naturale e duraturo nel tempo. Tuttavia, infiltrazioni più profonde possono portare anche a complicanze più gravi, a causa della presenza di strutture nobili (vasi sanguigni, nervi, etc.). Spesso i medici minimizzano sugli effetti collaterali dei filler e i pazienti, per via dell'effetto temporaneo e dell'apparente semplicità di esecuzione, ne sottovalutano i rischi. Il problema invece esiste e sta crescendo, anche se non esistono numeri ufficiali: di complicazioni secondarie a infiltrazioni di filler (cecità, complicanze vascolari) non si parlava fino a 15 anni fa, a differenza di oggi" avverte il professor Raffaele Rauso, vice presidente della Federazione Italiana Medici Estetici (FIME), autore di due recenti studi scientifici sull'argomento, impegnato in prima linea nel primo ambulatorio pubblico per gestire i danni da filler, aperto nell'Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale diretta dal professor Tartaro, c/o l'Azienda Ospedaliero Universitaria "Luigi Vanvitelli" a Napoli.

"L'aumento degli effetti collaterali legati ai filler si può ricondurre alla preparazione non adeguata di molti medici che eseguono queste iniezioni – spiega il professor Rauso -. Da qualche anno sono stati introdotti sul mercato i filler di nuova generazione, che permettono di ottenere risultati più naturali e duraturi, ma che richiedono anche competenze maggiori per evitare complicanze. Questi filler cross-linkati si iniettano in profondità, fino alle strutture scheletriche quando necessario, ripristinando la morfologia del volto, che nel tempo tende a rimaneggiarsi e riassorbirsi: sono tecniche con un'impronta quasi chirurgica, che non possono essere improvvisate. Potremmo quasi affermare che a oggi utilizziamo alcuni tipi di filler pensandoli come delle vere e proprie protesi facciali, largamente utilizzate alla fine del XX secolo: questo grazie ad un approccio a volte "più chirurgico" da parte del medico estetico, ma contestualmente mini-invasivo grazie alle evoluzioni raggiunte dai filler. Basti pensare l'elevata elasticità raggiunta dai filler di acido ialuronico cross linkati non più col BDDE, ma con il PEG: una vera e propria rivoluzione dopo 20 anni di utilizzo esclusivo di BDDE".

Un buon medico estetico, anzitutto, sa quali filler proporre ai pazienti: "Non tutti sono uguali – spiega Rauso, che ha valutato la possibilità di revertire l'embolizzazione facciale con filler di acido ialuronico in un importante studio pubblicato il 14 febbraio 2020 sulla prestigiosa rivista Dermatologic Therapy -. I filler hanno sensibilità diverse alla ialuronidasi, ossia l'antidoto dell'acido ialuronico, come è emerso anche dallo studio pubblicato dal mio gruppo di lavoro lo scorso novembre su Journal of Biological Regulators and Homeostatic agents. In caso di complicanze, è così possibile eliminarlo dal corpo e ridurre i danni. Il tempo però è fondamentale nei casi di problematiche vascolari secondarie alle infiltrazioni di filler: più rapidamente si interviene, più si riducono i rischi, per questo il medico deve sapere già cosa fare".

Cosa si rischia? Le complicanze più gravi, ma comunque molto basse statisticamente, sono l'embolizzazione o la compressione dei vasi sanguigni del volto, che possono portare a vere e proprie perdite di tessuto o peggio a perdite di funzioni. "Non è più una novità vedere pubblicati in letteratura scientifica casi di cecità dopo rinofiller, una complicanza permanente che comporta la perdita della vista dall'occhio compromesso. Si tratta tuttavia di eventi estremamente rari: in Italia, ad oggi, è stato confermato un unico caso e considerando la mole di filler iniettati ogni anno, possiamo agevolmente capire come il rating sia abbondantemente sotto lo 0,001%. A questo quadro, si aggiunge la controversa legislazione italiana, che impedisce al medico estetico di avere la ialuronidasi in formulazione galenica nel proprio ambulatorio (in Italia non esiste la ialuronidasi come farmaco pronto alla vendita), sebbene in caso di evento vascolare acuto quest'ultima debba essere infiltrata il prima possibile per evitare sequele permanenti"conclude Rauso.

Raffaele Rauso (www.raffaelerauso.comwww.topchirurgiaestetica.it). Il Prof Raffaele Rauso, particolarmente noto nel campo della chirurgia e medicina estetica del volto e del seno, è attualmente Professore Aggregato in Chirurgia Maxillo-Facciale all'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli", in Napoli, ove si occupa di microchirurgia ricostruttiva. Si è laureato in Medicina e Chirurgia alla Seconda Università degli Studi di Napoli con 110/110 con lode e plauso al curriculum a soli 24 anni. Nella stessa università ha poi conseguito, con il massimo dei voti, la specializzazione in Chirurgia Maxillo-Facciale. Durante il quinquennio ha effettuato attività formative in Italia e all'estero, in particolar modo ha perfezionato le conoscenze e la pratica chirurgica con due fellowship: una all'Università di Basilea (Svizzera) e un'altra al GSR Facial Plastic Surgery Institute (l'Istituto di Chirurgia Plastica Facciale che nel 2008 ha eseguito il maggior numero di interventi in campo cranio-facciale al mondo) in Hyderabad (India). Terminata la specializzazione, e dopo aver acquisito notevoli competenze nella chirurgia facciale, ha proseguito gli studi, conseguendo un Master di II livello in Chirurgia Estetica all'Università degli Studi di Milano, un ulteriore Master di II livello in Chirurgia Ricostruttiva della Mammella all'Università degli Studi "La Sapienza" in Roma, un diploma post-lauream in "Tecniche microchirurgiche" al Polo di Biotecnologie dell'Ospedale Cardarelli in Napoli e un Dottorato di Ricerca in Chirurgia Plastica, Anatomia e Dermatologia all'Università degli Studi "La Sapienza" in Roma. In questi anni ha raggiunto un'elevata competenza nei trattamenti chirurgici plastico-estetici della mammella e del corpo. Dal 2011 al 2017, il professor Rauso è stato docente al CLOPD dell'Università degli Studi di Foggia insegnando la chirurgia malformativa cranio-facciale agli studenti del V anno. Ha all'attivo, dal 2008, la partecipazione a diverse missioni umanitarie per associazioni di volontariato che si occupano di operare bambini affetti da deformità del volto ed esiti di ustione in paesi in via di sviluppo 

Tra le diverse nazioni ove ha prestato la sua opera si annoverano: Etiopia, Senegal, Gabon, Uganda, Giordania, Paraguay, Brasile, etc. Da sempre coinvolto nella ricerca scientifica, è autore di numerosi articoli presenti su pubmed.com (la biblioteca informatica medica più importante al mondo) e di capitoli su opere chirurgiche nell'ambito della Chirurgia Plastica Estetica, della Medicina Estetica e della Chirurgia Cranio Facciale. Relatore ai più importanti congressi Europei e Mondiali è socio delle più importanti società europee nel campo plastico estetico e maxillo-facciale come: EAFPS (European Academy of Facial Plastic Surgery), EACMFS (European Association for Cranio Maxillo Facial Surgery), AICPE (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica), SICPRE (Società Italiana Chirurgia).




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