"Il mondo ha compiuto enormi passi in avanti per proteggere  i bambini e garantire i loro diritti fondamentali ma sono ancora milioni coloro  a cui il futuro continua a essere negato, semplicemente perché sono bambine e  ragazze. Per questo guardiamo al G7 del 26 e 27 maggio a Taormina come una  opportunità unica per accelerare i progressi realizzati per assicurare che i  più vulnerabili abbiano accesso all'educazione, alla salute, alla nutrizione e  alla protezione, partendo proprio dalle bambine e dalle ragazze, che sono le  più esposte al circolo vizioso della povertà e della mancanza di opportunità",  ha affermato Helle Thorning-Schmidt, Direttore Generale di Save the Children  International, in occasione del suo intervento nella sessione plenaria  finale del "Women's Forum on inequality  and sustainable growth", organizzato a Roma nell'ambito della Presidenza  italiana del G7.
Nel mondo, secondo Save the Children –  l'Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in  pericolo e a promuovere i loro diritti - ogni 7 secondi una ragazza  di meno di 15 anni di età viene data in sposa a uomini spesso molto più  grandi di lei, a causa della povertà o di pratiche sociali discriminatorie, con  conseguenze devastanti sulla vita delle giovani e su quella dei loro figli: 70.000  ragazze perdono la vita ogni anno a causa di complicazioni durante la  gravidanza – la seconda causa al mondo di morte per le ragazze dopo i  suicidi -, mentre i bambini che nascono da madri adolescenti hanno il 50% di  probabilità in più di morire nei primi giorni dopo il parto e il 15% di  probabilità in più di soffrire di malnutrizione cronica se anche le loro  giovani mamme risultano malnutrite prima e durante la gravidanza. 
"Oggi, nel mondo, 62 milioni di ragazze sono escluse  dall'educazione e più di 3 milioni di donne e dei loro bambini potrebbero essere  salvati ogni anno investendo nella sanità e nella nutrizione", ha proseguito  Helle Thorning-Schmidt.
In vista del Summit di Taormina, Save the Children  chiede ai leader del G7 di dar seguito agli impegni presi nella Dichiarazione  di New York sui Rifugiati e i Migranti per garantire il rispetto dei diritti  umani di tutti i rifugiati e i migranti, tra cui bambine e ragazze. 
In  particolare, l'Organizzazione chiede di porre fine alla detenzione dei  minori, di assicurare ai bambini l'accesso a un'educazione di qualità  entro i primi mesi dopo lo sfollamento, e di garantire il supporto necessario  ai quei paesi che salvano, ricevono e ospitano vasti numeri di rifugiati e  migranti. 
Secondo Save the Children, occorre infatti garantire  l'apertura di vie regolari e sicure,  e sistemi di protezione e accoglienza  indipendentemente dallo status giuridico dei minori migranti e rifugiati. L'aiuto  allo sviluppo ai paesi di origine e di transito, inoltre, non deve essere legato  alla prevenzione dei flussi migratori ma rispondere ai reali bisogni della  popolazione. 
Le ragazze, in particolare,  sono ad alto rischio di tratta se costrette a percorrere rotte migratorie  pericolose cadendo in mano ai trafficanti, ed è dunque fondamentale garantire  sistemi di protezione adeguati lungo tutta la rotta migratoria, con particolare  attenzione alla vulnerabilità delle ragazze.
Save the Children invita inoltre i leader del G7 a investire  nuove risorse e porre particolare attenzione al tema della nutrizione  nell'ambito di ogni iniziativa sulla sicurezza alimentare, garantendo in particolare  ai bambini, comprese le ragazze, l'accesso a cibo nutriente e di qualità,  ad allocare risorse adeguate per garantire il diritto all'educazione a tutti  i bambini a cui viene ancora negata l'opportunità di andare a scuola e a  mettere in atto impegni concreti per implementare gli Obiettivi di Sviluppo  Sostenibile. 
Conflitti  e movimenti forzati di popolazione espongono ulteriormente  le ragazze e le bambine a povertà estrema, abusi, violenze, sfruttamento,  negando loro l'opportunità di andare a scuola e accedere a servizi sanitari di  qualità.
In  particolare, in un contesto di guerra la probabilità che le bambine possano  perdere la vita è 14 volte superiore  rispetto agli uomini nelle stesse situazioni. 
In Siria, in particolare, 5,8 milioni di bambini vivono ancora  sotto i bombardamenti, 2,3 milioni di minori sono fuggiti dal Paese e le  bambine e le ragazze vengono spesso costrette dai propri genitori a sposare  uomini più grandi perché non possono più occuparsi di loro generandone la  disperazione che in alcuni casi le porta addirittura al suicidio. 
 
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