La moda etica all'Australia House di Londra La mostra "The Commonwealth Fashion Exchange", dopo la suntuosa inaugurazione a Buckingham Palace, si sposta all'Australia House di Londra: in esposizione una selezione di abiti sostenibili provenienti dai 53 paesi del Commonwealth. L'Australia House di Londra ospita fino al 6 marzo "The Commonwealth Fashion Exchange", un progetto che mette in mostra una selezione di abiti accomunati dal rispetto di principi di sostenibilità, provenienti dai 53 Paesi del Commonwealth. Inaugurata a Buckingham Palace, la mostra è stata uno degli eventi più fotografati della Fashion Week londinese. Dopo l'esclusivo vernissage, gli abiti sono stati sposati nella raffinata cornice dell'Australia House in un'esposizione aperta al pubblico. Qui visitatori possono ammirare le creazioni di straordinari designer: capi unici nel loro genere, realizzati nel pieno rispetto dei principi di sostenibilità ed eccellenza stabiliti dal Green Carpet Challenge® (GCC®). Tra i nomi di primo piano: Karen Walker per la Nuova Zelanda, Bibi Russell per il Bangladesh, Burberry e Stella McCartney per il Regno Unito. Il vernissage di "The Commonwealth Fashion Exchange" si è svolto il 22 febbraio presso Buckingham Palace. Un vero e proprio ricevimento, che ha visto la presenza della Duchessa di Cambridge, Kate Middleton e della Contessa del Wessex, Sophie Rhys-Jones, insieme a designer, artigiani ed esponenti di primo piano del mondo della moda, tra cui Anna Wintour, Edward Enniful, Livia Firth, Nadja Swarovski, Neelam Gill, Naomi Campbell, Stella McCartney, Adwoa Aboah e Caroline Rush. Unico contribuito italiano all'iniziativa è la presenza di Bonaveri – l'azienda di Renazzo di Cento (FE) leader mondiale nei manichini di alta gamma - che ha sostenuto il progetto con i propri manichini biodegradabili. Dopo la Residenza Reale, è ora l'Australia House a fare da scenario a 30 creazioni sostenibili, firmate dai più talentuosi stilisti del Commonwealth ed esposte su manichini in B Plast: la bioplastica brevettata da Bonaveri e derivata al 72% da canna da zucchero. |
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