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mercoledì 25 aprile 2018

Parlare al bimbo nel pancione? Sfatato il mito. I feti percepiscono a malapena i rumori dall'esterno

Parlare al bimbo nel pancione? Sfatato il mito. I feti percepiscono a malapena i rumori dall'esterno

·         Presentato lo studio sull'udito del feto e l'effetto della musica all'inizio della vita presso l'Istituto Karolinska, l'Università di Stoccolma e nelle principali università in Danimarca

·         Gli studi dimostrano che i feti sentono e reagiscono solo ai suoni intravaginali, l'87% reagisce con movimenti della testa e degli arti, della bocca e della lingua

·         La ricerca prova che il feto sente già a partire dalla 16ª settimana di gravidanza, quando misura 11 cm, e consente di scartare l'ipotesi della sordità del feto

·         La ricerca del centro internazionale di ginecologia e riproduzione assistita Institut Marquès genera una grande aspettativa nel tour europeo dell'Ig Nobel

 


 

Cantargli una ninna nanna, fargli sentire la voce della mamma e del papà, raccontargli una fiaba: parlare al piccolo quando è ancora nell'utero materno è un falso mito. I feti riescono a malapena a sentire il rumore che proviene dall'esterno. E' quanto dimostra lo studio condotto dalla Dott.ssa Marisa Lopez-Teijón e dalla sua equipe di Institut Marquès sull'udito del feto e sull'effetto della musica all'inizio della vita, presentato presso l'Istituto Karolinska e l'Università di Stoccolma.

 

L'osservazione, condotta su pazienti tra la 14ª e la 39ª settimana di gestazione, rivela come la comunicazione con il feto sia uno degli aspetti più interessanti della scoperta. Affinché il feto percepisse con la massima intensità il suono, è stato ideato uno specifico dispositivo per trasmettere musica per via intravaginale: il Babypod emette onde sonore fino ad un massimo di 54 decibel, che è il livello di una normale conversazione.

 

Nel corso dell'intero studio, il team di ricercatori ha osservato attraverso ecografia la reazione del feto nell'ascoltare la musica emessa per via addominale e vaginale. In quest'ultimo caso, l'87% dei feti ha  reagito con movimenti della testa e degli arti, della bocca e della lingua, gesti che cessano quando smettono di sentire la musica.


Inoltre, con la musica trasmessa per via vaginale, circa il 50% dei feti ha reagito con un movimento sorprendente, aprendo moltissimo le mascelle e tirando fuori completamente la lingua. Sistemando, invece, delle cuffie che emettono musica con un volume medio di 98,6 decibel sull'addome della donna in attesa, non sono stati osservati cambiamenti nelle espressioni facciali del feto.

 

"Grazie all'invenzione di un dispositivo vaginale, Babypod, abbiamo dimostrato che i feti possono sentire dalla settimana 16, quando misurano 11 centimetri, solo se il suono proviene direttamente dalla vagina -  ha spiegato la Dott.ssa Marisa Lopez-Teijón - I feti riescono a malapena a sentire il rumore che proviene dall'esterno. Quindi, possiamo dire che il mito di parlare alla pancia delle donne incinte è storia passata".

 

Ricercatrice principale dello studio, la Dott.ssa López Teijón nel corso delle presentazioni presso l'università di Stoccolma e Copenaghen ha spiegato che oltre a rendere possibile la comunicazione con il feto, questo dispositivo ha applicazioni mediche molto importanti: consente di scartare la sordità fetale e facilita le ecografie poiché, provocando una risposta nel bambino, migliora la visione delle strutture fetali durante il suo svolgimento.

 

La musica utilizzata nello studio era di Johann Sebastian Bach, per essere più esatti, la Partita in la minore per flauto solo – BWV 1013.




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