“Assolo del Racconto d’Autore” è il tema scelto per celebrare la nascita di Mirabilis Festival. La prima voce a narrare la gioia del nuovo evento è quella di un bambino che mette in rima la felicità per il ritorno della primavera. Una telecamera lo riprende mentre declama sornione: “La felicità mi piace davvero perché mi vesto più leggero. Gioco fuori e mangio gelati faccio le corse in mezzo ai prati. Vado a passeggio di qua e di là questo sì che è la felicità.” Finito il genuino inno alla gioia, il giovanissimo interprete aspetta con ansia il verdetto di una implacabile giuria: la famiglia al completo, riunita per il pranzo della domenica. I commensali, attoniti per pochi attimi, dopo una breve consultazione, ne decretano unanimemente il successo, alzando le palette che avevano nascosto sotto il tavolo. In appena 61 secondi, il primo dei primi tre video virali – ideati per diffondere il Festival in rete – riesce a evocare il miracolo della nascita di una storia, alla quale assistono dal vivo, come faranno gli spettatori degli spettacoli in rassegna e delle visite drammatizzate, attraverso cui Baia celebrerà la rinascita della cultura. Non è un caso che ciò accada in primavera, stagione in cui la natura rinasce. La scienza, nei secoli, ha chiarito che il ritorno della primavera dipenda dalla posizione della Terra rispetto al sole. Gli antichi, invece, spiegavano il ritorno della bella stagione attraverso il mito di Proserpina. Nelle Metamorfosi Ovidio narra che la bella fanciulla – figlia di Cerere e Giove – fosse rapita da Plutone, re dell’Ade, mentre coglieva dei fiori. Giove, però, impietosito dalle lacrime di Cerere, stabilì che Proserpina vivesse sei mesi con il marito e sei mesi con la madre. Quando la figlia lascia l’Ade – il cui ingresso era ritenuto nei pressi del lago d’Averno, proprio nei Campi Flegrei – la terra rinasce ed è di nuovo primavera. Nel 2012, la voce ingenua di un bambino, con garbo e charme, annuncia la nascita di un nuovo festival e dimostra che virale non fa rima necessariamente con banale.
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venerdì 13 aprile 2012
A Bacoli è nato un nuovo Festival
“Assolo del Racconto d’Autore” è il tema scelto per celebrare la nascita di Mirabilis Festival. La prima voce a narrare la gioia del nuovo evento è quella di un bambino che mette in rima la felicità per il ritorno della primavera. Una telecamera lo riprende mentre declama sornione: “La felicità mi piace davvero perché mi vesto più leggero. Gioco fuori e mangio gelati faccio le corse in mezzo ai prati. Vado a passeggio di qua e di là questo sì che è la felicità.” Finito il genuino inno alla gioia, il giovanissimo interprete aspetta con ansia il verdetto di una implacabile giuria: la famiglia al completo, riunita per il pranzo della domenica. I commensali, attoniti per pochi attimi, dopo una breve consultazione, ne decretano unanimemente il successo, alzando le palette che avevano nascosto sotto il tavolo. In appena 61 secondi, il primo dei primi tre video virali – ideati per diffondere il Festival in rete – riesce a evocare il miracolo della nascita di una storia, alla quale assistono dal vivo, come faranno gli spettatori degli spettacoli in rassegna e delle visite drammatizzate, attraverso cui Baia celebrerà la rinascita della cultura. Non è un caso che ciò accada in primavera, stagione in cui la natura rinasce. La scienza, nei secoli, ha chiarito che il ritorno della primavera dipenda dalla posizione della Terra rispetto al sole. Gli antichi, invece, spiegavano il ritorno della bella stagione attraverso il mito di Proserpina. Nelle Metamorfosi Ovidio narra che la bella fanciulla – figlia di Cerere e Giove – fosse rapita da Plutone, re dell’Ade, mentre coglieva dei fiori. Giove, però, impietosito dalle lacrime di Cerere, stabilì che Proserpina vivesse sei mesi con il marito e sei mesi con la madre. Quando la figlia lascia l’Ade – il cui ingresso era ritenuto nei pressi del lago d’Averno, proprio nei Campi Flegrei – la terra rinasce ed è di nuovo primavera. Nel 2012, la voce ingenua di un bambino, con garbo e charme, annuncia la nascita di un nuovo festival e dimostra che virale non fa rima necessariamente con banale.
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